Il nuovo decreto del governo anti Coronavirus: le misure zona per zona valide dall’8 marzo
Le nuove misure stringenti contro il coronavirus, contenute nel decreto del governo che hanno diviso in due l'Italia, hanno messo in allarme la popolazione, dopo che una prima bozza del testo era circolata in serata. "Inaccettabile che una bozza del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri sia stato pubblicato sui giornali", si è lamentato il premier Giuseppe Conte nella conferenza che si è svolta nella notte. "Ne va della correttezza dell'operato del governo e della sicurezza degli italiani", ha aggiunto, sottolineandola pubblicazione della bozza non ancora firmata del Dpcm "ha creato incertezza, insicurezza, confusione".
Poi la firma ufficiale è arrivata del nuovo decreto: da oggi, fino al 3 aprile, sarà chiusa l'intera Lombardia (dove si concentra il maggior numero di casi) e altre 14 altre province in Piemonte, Emilia Romagna, Marche. Sono considerate zona rossa infatti Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola. Con il nuovo provvedimento sono state quindi allargate le zone interdette. Il tutto per fermare il trend di crescita dell'epidemia: sono i 5.883 registrati ieri, 1.145 in più del giorno precedente, limitando così gli spostamenti dei cittadini, in entrata e in uscita dai territori più colpiti dal coronavirus (tranne per chi deve far rientro a casa), e ci si muoverà solo per motivi necessari. Al momento non c'è però il blocco del traffico.
Le nuove misure anti contagio
"Applichiamo un regime più rigoroso", ha aggiunto il premier Giuseppe Conte. A chi ha la febbre a 37,5 o superiore è "fortemente raccomandato di restare nel proprio domicilio e di limitare i contatti sociali", ha spiegato il presidente del Consiglio. E questo "a prescindere se siano positivi o meno". Divieto assoluto invece di spostarsi per chi è positivo al virus o è sottoposto a quarantena. "Sono misure che creeranno disagi ma è il momento dell'autoresponsabilità. Dobbiamo aderire tutti per tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari", ha detto Conte.
"Le forze di polizia saranno legittimate a chiedere conto" ai cittadini che si spostano nei territori interessati dalle nuove norme: "C'è un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. C'è una ridotta mobilità", ha spiegato Conte.
Tra le altre misure c'è la chiusura, in Lombardia e nelle 14 province interessate dal nuovo dpcm sul coronavirus, di bar e ristoranti, che potranno stare aperti dalle 6 alle 18 purché garantiscano almeno un metro di distanza tra i clienti: rischiano la sanzione della sospensione dell'attività in caso di violazione. "Ci rendiamo conto che è molto severa ma non possiamo più consentire contagi", ha detto Conte.
Ora c'è solo da capire in che modo saranno effettuati i controlli su chi viola le nuove norme anti contagio. Ieri sera era stata diffusa anche la bozza di un secondo decreto, con misure parzialmente restrittive per tutto il resto d'Italia, e che poi sono state inglobate nel decreto unico.
"Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri", si legge. E poi, "sono sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità". L'apertura di chiese e luoghi di culto dipenderà dalla possibilità di evitare assembramenti. I negozi dei centri commerciali, nei giorni festivi e prefestivi, sono chiusi (tranne gli alimentari). E nei giorni feriali va mantenuta la distanza di un metro tra un cliente e l'altro.
E ancora, "sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato". Per quanto riguarda il Campionato di calcio, per il momento gli eventi sportivi si svolgeranno solo a porte chiuse.
Per quanto riguarda il resto del territorio nazionale sono allargate le misure stabilite nel precedente decreto, con alcuni allargamenti: divieto di qualsiasi manifestazione che preveda un assembramento di persone: no a pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche, locali. Musei e altri luoghi di cultura sono invece aperti " a condizione che siano assicurate modalità di fruizione contingentate. Confermata la chiusura delle scuole fino al 15 marzo.
La situazione in Lombardia
Al momento alla stazione di Milano, ieri sera presa d'assalto da chi voleva scappare prima della chiusura della Regione, c'è un maggiore dispiegamento di forze di polizia, ma non si registra la calca di ieri sera. Nessun controllo per chi sale sui treni. Dalla stazione centrale è partito alle 7.00 il Frecciarossa per Napoli: "Speriamo non lo abbiano cancellato", dice un viaggiatore che ha deciso di partire dopo la notizia del provvedimento restrittivo. Ad accompagnarlo il fratello: "È incredibile – dice -, stanno separando gli affetti". Il treno è partito in orario.
In tanti però hanno lasciato la Lombardia anche in auto. E come vi abbiamo raccontato qui, in molti hanno cercato di organizzare viaggi last minute con Bla Bla Car. Anche all'aeroporto di Linate, a Milano, questa mattina non non ci sono code. Come ha raccontato Ansa i banchi dei check-in Alitalia sono anzi quasi vuoti e gran parte delle poche persone presenti avevano già programmato le loro partenze. C'è una coppia di neo-nonni, in visita alla nipotina, doveva rientrare ad Alghero martedì ma vista "la confusione di questo decreto abbiamo ricomprato i biglietti e partiamo ora, per non rischiare di rimanere bloccati", raccontano indossando la mascherina. Anche una coppia di studenti di Catania ha anticipato il rientro in Sicilia: "partiamo oggi ma sappiamo quando torniamo, ci fermiamo giù", raccontano. Pochi anche i voli cancellati tra cui quelli diretti a Napoli, Roma, Perugia, Alghero ma anche Bruxelles e Francoforte.
E le Regioni del Sud sono in allarme per l'arrivo di un ingente quantità di persone che provengono dalle zone del Nord colpite dal coronavirus. Da quando poi è filtrata la bozza del decreto sulla chiusura di quasi tutta la Lombardia e 14 province "stiamo passando dall'allarme al panico", ha detto ieri sera all'AGI un medico di Bari, perché la fuga in massa rischia di far diffondere il virus a ritmi esponenziali.