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Covid 19

Coronavirus Italia, desecretati cinque verbali del Comitato tecnico scientifico: disponibili online

Sono consultabili online sul sito della Fondazione Einaudi cinque verbali del Comitato tecnico scientifico che sarebbero alla base dei Dpcm sul Covid-19, fortemente richiesti anche da opposizioni e Copasir. I documenti erano già stati inviati via PEC nella serata di ieri dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, agli avvocati Enzo Palumbo, Andrea Pruiti Ciarello e Rocco Mauro Todero. Giorgia Meloni: “Giusto che gli italiani vengano pienamente informati su come sono andate le cose”.
A cura di Ida Artiaco
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Dalle 12:00 di oggi, giovedì 6 agosto, sono consultabili online sul sito della Fondazione Einaudi i verbali desecretati del Comitato tecnico scientifico che affianca il governo nella gestione dell'emergenza Coronavirus. Si tratta di cinque documenti, rimasti finora riservati, per un totale di circa 200 pagine, posti a base dei Dpcm sul Covid-19, fortemente richiesti dalle opposizioni e dal Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Già nella serata di ieri sono state trasmesse tramite PEC dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli agli avvocati Enzo Palumbo, Andrea Pruiti Ciarello e Rocco Mauro Todero le copie dei verbali numero 12 del 28.2.2020numero 14 dell’1.3.2020numero 14 dell’1.3.2020; numero 21 del 7.3.2020; numero 39 del 30.3.2020 e numero 49 del 9.4.2020.

La Fondazione aveva chiesto, il 14 e il 18 aprile scorsi, l’accesso ai testi degli esperti, che farebbero luce sulle misure adottate dal governo fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, e soprattutto sulla compressione di diritti e libertà costituzionali. Ma l'esecutivo aveva rifiutato di rendere pubblici quei documenti. Il 22 luglio poi il Tar aveva accolto il ricorso, presentato contro il diniego di accesso agli atti opposto dal governo, che a sua volta aveva fatto ricorso opponendo di fatto il segreto perché si tratta di atti amministrativi e perché devono essere tutelati "la sicurezza pubblica" e "l’ordine pubblico", e il 31 luglio il Consiglio di Stato ha sospeso l’effetto della sentenza del Tar del Lazio, continuando il braccio di ferro su cui è infine intervenuto anche il Copasir.

"Il Governo – si legge sul sito della Fondazione – ha deciso di rivedere la propria posizione, anticipando il prevedibile esito dell’udienza collegiale fissata per il 10 settembre 2020, innanzi alla Terza Sezione del Consiglio di Stato e aderire alle richieste degli avvocati, fortemente rilanciate dalla Fondazione Luigi Einaudi e sostenute da molti parlamentari e da gran parte dell’opinione pubblica. La trasparenza – aggiungono nella nota – è un principio imprescindibile delle liberal-democrazie, che impone la pubblicazione di tutti gli atti riguardanti la compressione, più o meno incisiva, di diritti e libertà di rango costituzionale: in tal senso, la Fondazione Luigi Einaudi auspica che il Governo compia l'ulteriore passo sulla strada della trasparenza e pubblichi autonomamente tutti gli altri verbali del Comitato Tecnico Scientifico, utilizzati a supporto dei vari Dpcm adottati dal Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, nel corso della pandemia da Covid-19″. Soddisfazione è stata espressa dalle opposizioni, in particolare da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, che su Facebook ha scritto: "Via finalmente il segreto di Stato, voluto dal Governo Conte, dai dossier del Comitato Tecnico Scientifico relativi all'emergenza Covid, come chiedeva a gran voce anche Fratelli d'Italia. È giusto che gli italiani vengano pienamente informati su come sono andate le cose".

Mancano i verbali sulle zone rosse

Se da un lato i verbali desecretati oggi rappresentano un primo passo verso la richiesta di trasparenza avanzata al governo da più parti, dall'altro è evidente come si tratti solo di una piccola parte degli incontri del Cts. Mancano, ad esempio, tutti i verbali relativi ad alcune decisioni (o meglio, mancate decisioni) che sono state foriere di molte critiche: come ad esempio i mancati allargamenti della zona rossa alla provincia di Cremona e ad Alzano Lombardo e Nembro, due comuni in provincia di Bergamo che sono stati epicentro della pandemia nella Val Seriana.

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