Coronavirus, il piano del Governo nel caso di aumento dei contagi: non esclusi nuovi lockdown
Come vi abbiamo raccontato, il governo è al lavoro per impostare la risposta a una possibile recrudescenza dell'epidemia da coronavirus nei mesi estivi e autunnali. Fanpage.it ha potuto visionare il documento prodotto dal ministero della Salute e denominato "Elementi di preparazione e risposta a COVID19 nella stagione autunno-invernale" in cui si fa il punto della situazione attuale e si analizzano i possibili scenari con particolare riguardo al periodo autunnale, impostando anche un ventaglio di azioni di risposta specifiche. La premessa da cui partire riflette la grande incertezza determinata da alcune incognite, che rende complesso il lavoro per ipotesi dei tecnici del ministero della Salute. Ad esempio, non è chiarissimo come evolverà il quadro nei prossimi giorni e se "l’incremento di trasmissibilità (Rt) osservato a partire da giugno in alcune regioni si stabilizzerà attorno ai valori
osservati in questi in giorni oppure continuerà ad aumentare nel tempo". Tutto ciò appare di cruciale importanza perché, si legge nel documento, "è del tutto evidente che gli scenari cambieranno notevolmente a seconda che si riesca o meno a mantenere Rt sotto soglia da qui all’inizio dell’autunno".
Una grande incognita è poi rappresentata dalla trasmissibilità del virus nelle scuole. Spiegano i tecnici:
In primo luogo, non è nota la reale trasmissibilità di SARSCoV-2 nelle scuole, anche se cominciano ad essere disponibili evidenze scientifiche di outbreak in ambienti scolastici. Non è nemmeno noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni. Più in generale, non è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano SARS-CoV-2 rispetto agli adulti, anche se la carica virale di sintomatici e asintomatici e quindi il potenziale di trasmissione non è statisticamente differente. Tutto questo rende molto incerto il ruolo della trasmissione nelle scuole a partire da settembre sull’epidemiologia complessiva di SARS-CoV-2.
Determinante sarà la collaborazione dei cittadini, non solo per quel che concerne il rispetto delle norme di prevenzione del contagio, ma anche in merito alle attività di inchiesta epidemiologica ("sono possibili criticità,
già riscontrate allo stato attuale, come la collaborazione dei soggetti positivi per la conduzione delle
attività di inchiesta epidemiologica e di contact tracing ed il rispetto/adesione alle misure contumaciali, sia per i casi confermati che per i contatti stretti"). Infine, centrale resta la capacità di risposta dei sistemi di prevenzione e controllo, che potrebbero essere messi a dura prova se dovesse aumentare il numero dei focolai su cui intervenire in tempi rapidi.
I 4 scenari per l'autunno e il piano del governo
Considerato tutto ciò, i tecnici del ministero della Salute prefigurano quattro scenari potenziali, legati alla crescita e alla stabilizzazione nel tempo dell'indice Rt.
- Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto ad oggi: in tale scenario, gli Rt delle varie Regioni restano sopra a 1 solo per periodi limitati, la riapertura della scuole ha un "impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi di sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici";
- Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario: in questo caso parliamo di Rt regionali "sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1.25", determinando l'impossibilità di intervenire su tutti i nuovi fococali, ma in un contesto in cui si riesca "comunque a limitare di
molto il potenziale di trasmissione di SARS-COV-2 con misure di contenimento/mitigazione straordinarie già utilizzate con successo nelle prime fasi". Tradotto: mini zone rosse mirate, come si sta facendo in queste settimane; - Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario: in questo terzo scenario l'indice Rt è sistematicamente tra 1,25 e 1,5, i contagi sono fuori controllo e non si riesce a tenere traccia delle catene di trasmissione, con il conseguente sovraccarico dei servizi assistenziali e l'aumento di casi ad elevata gravità clinica. Tradotto: pressione sulle terapie intensive e sugli ospedali, con rischio "elevato o molto elevato" di un ritorno alle condizioni critiche dei mesi di marzo e aprile;
- Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario: è lo scenario peggiore, con Rt regionali sopra 1,5, che determinerebbe una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. I tecnici parlano esplicitamente di misure di mitigazione e contenimento più aggressive nei territori più colpiti, ma non escludono la possibilità che si utilizzino "quelle già adottate con successo nella fase più intensa dell’epidemia, proporzionate alla gravità della situazione contingente".