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Coronavirus, i governatori della Lega: “Niente scuola per i bambini che arrivano dalla Cina”

In una lettera inviata al Ministero della Salute Luca Zaia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, tutti e tre della Lega, chiedono che non vengano fatti andare a scuola i bambini provenienti dalla Cina. La replica dell’Istituto Superiore di Sanità: “Le misure finora adottate tutelano già la salute dei bambini e della popolazione”.
A cura di Davide Falcioni
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Niente scuola per i bambini rientrati dalla Cina: è la richiesta avanzata al governo da tre governatori leghisti di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Luca Zaia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga hanno scritto una lettera al Ministero della Salute chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato non solo agli adulti, ma anche ai bimbi. "Non c'è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, né tanto meno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso", ha spiegato il primo firmatario, Zaia. "Nella lettera si chiede che i minori di qualsiasi nazionalità in arrivo dal paese asiatico siano esclusi dalle scuole per un periodo di osservazione di 14 giorni anche se in età dell'obbligo, in modo da scongiurare l'eventualità di diffusione del coronavirus "in ambienti confinati come sono quelli delle scuole".

Secondo i tre presidenti di regione la circolare del Ministero della Salute diramata nei giorni scorsi fornisce “indicazioni sulla gestione dei soggetti asintomatici che devono frequentare le comunità scolastiche senza restrizioni, ed in particolare prevede che sui bambini il personale scolastico presti particolare attenzione a favorire l’adozione di comportamenti atti a ridurre la possibilità di contaminazione con secrezioni delle vie aeree, anche attraverso oggetti (giocattoli, matite)”. Per Zaia su questo punto i genitori dei bambini che frequentano “i servizi educativi per l’infanzia e le scuole primarie hanno comunque manifestato preoccupazione per le indicazioni dei comportamenti caratteristici nelle diverse fasce d’età”.

Zaia, Fontana e Fedriga spiegano che, ritenendo l’Oms la diffusione asintomatica del coronavirus “rara ma possibile” e “considerato che le conoscenze sul virus e sulla reale situazione epidemiologica sono limitate, ne consegue che le misure di contenimento sono le uniche misure preventive a nostra disposizione per cercare di limitare la diffusione del virus”, prosegue. Quindi la richiesta: “Con la presente, al fine anche di evitare che diverse interpretazioni della Circolare in oggetto alimentino ansie in particolare nei genitori dei bambini più piccoli, si chiede che venga presa in considerazione la possibilità di integrare la suddetta Circolare prevedendo un ulteriore elemento di tutela verso i bambini che frequentano i servizi educativi per l’infanzia e gli studenti soggetti ad obbligo scolastico, italiani e non, prevedendo in via del tutto precauzionale un periodo di 14 giorni prima del rientro a scuola da parte degli studenti giunti in Italia dalle aree affette della Cina”.

L'ISS: "Le misure adottate sono sufficienti"

Non si è fatta attendere la replica dell'Istituto Superiore di Sanità, secondo cui le misure adottate rispetto ai pericoli legati al coronavirus “tutelano la salute dei bambini e della popolazione”. Al momento, sostiene l’Iss, “l’Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate”. “Altri Paesi europei non hanno adottato misure specifiche per la popolazione scolastica”, spiegano le autorità sanitarie ricordando che “tutte le persone che rientrano dalla Cina se manifestano sintomi delle alte vie respiratorie o se sono state in contatto con portatore di coronavirus negli ultimi 14 giorni sono soggette a controllo sanitario così come i loro contatti”.

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