I focolai di Coronavirus si espandono in tutta Europa, 47,5 milioni dall’Ue per un vaccino
Oltre all’Italia anche in Francia e Germania sono stati riconosciuti dei focolai autonomi, casi in cui il contatto da coronavirus non è arrivato da paesi esterni, ma si è sviluppato internamente. Per questo e per continuare a discutere di come potenziare la collaborazione per contenere l’epidemia oggi a Bruxelles si sono incontrati i ministri per la salute insieme all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e le organizzazioni europee responsabili, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l’Agenzia per i medicinali (Ema). Al summit anche il ministro Roberto Speranza: “Sono state prese immediatamente misure eccezionali, probabilmente mai viste prima in Europa. In Italia abbiamo agito con trasparenza dall’inizio e continueremo su questa strada, nonostante la forte volontà di collaborazione serve un coordinamento più veloce”.
Attualmente in Europa i casi sono arrivati a 5544 con un totale di 159 vittime, la scorsa settimana per la prima volta il numero di contagi esterno alla Cina ha superato quello interno. Per la direttrice dell’Ecdc Andrea Ammon: “Abbiamo visto un aumento repentino nel numero dei casi e ci attendiamo che questa tendenza continui”.
La Commissione europea ha deciso di destinare ulteriori fondi per la lotta all’epidemia, dopo il primo pacchetto di aiuti di 232 milioni, ora ha mobilitato 37,5 milioni di euro (che si aggiungono ai 10 stabiliti a gennaio, per un totale di 47.5) per lo sviluppo di un vaccino. Sono stati selezionati 17 progetti che coinvolgono 136 equipe di ricerca. Aiuti sul fronte economico sono stati promessi anche ieri durante la riunione dell’Eurogruppo, con il presidente Centeno che ha assicurato: “le nostre regole prevedono la flessibilità in caso di eventi eccezionali”. L’Italia chiederà a Bruxelles flessibilità per 6,3 miliardi, raddoppiando la cifra inizialmente prevista di 3,6.
Durante il Summit dei ministri della salute europei sono stati molti i ringraziamenti all’Italia, il delegato dell’Oms Hans Kluge ha definito l’operato del governo di Roma, come “la piattaforma del know-how sul Covid-19 e dovremmo tutti quanti sostenere il paese”. Appelli alla solidarietà sono arrivati da tutti i presenti, ma stridono con le misure messe in campo da alcuni Paesi, come la Repubblica Ceca che ha deciso di bloccare i voli dal nord Italia e l’esportazione di mascherine.
La mancanza di materiale medico preoccupa molto, secondo le stime dell’Oms ogni mese a livello globale verrano richieste 89 milioni di mascherine e 1,6 milioni di dispositivi di protezione degli occhi, è per questo che “si stanno studiando misure alternative”. l’Ecdc rassicura che in questo momento i materiali sono disponibili, ma potrebbero esserci problemi a partire da giugno/luglio in assenza di uno “sforzo comune”, anche per questo la Commissione sta studiando la possibilità di fare un bando per la produzione di mascherine e altri dispositivi tecnici. Nel frattempo non è ancora arrivata nessuna risposta alla richiesta di mascherine fatta dall'Italia la settimana scorsa.
Nonostante i numerosi appelli alla collaborazione, all’interno degli Stati Membri continuano a esserci misure molto differenti, una situazione che può essere in parte spiegata dalla fase diversa dell’epidemia che attraversa ogni paese. In questo momento in quasi tutta Europa c’è una restrizione agli eventi pubblici e Francia e Germania hanno chiesto maggiori informazioni all’Italia rispetto alla scelta di chiudere le scuole. Il Parlamento europeo si è adeguato alle misure più restrittive decidendo di impedire l’accesso a tutti gli esterni, cancellando ogni meeting con i visitatori e con l’eccezionale misura di rimandare la plenaria a Strasburgo. Il presidente Sassoli ha dichiarato: “Non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per il consueto trasferimento a Strasburgo. La sessione plenaria si terrà eccezionalmente a Bruxelles”.