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Governo pensa di ridurre orari dei negozi alimentari: “Necessario se non state a casa”

Il governo sta pensando di ridurre ulteriormente gli orari di apertura dei negozi alimentari per far fronte all’emergenza Coronavirus. Per ora è solo un orientamento, ma l’esecutivo sembra voler inviare un avvertimento: se i divieti attualmente in vigore non dovessero essere rispettati e se la gente continuerà a uscire da casa, sarà necessario intervenire con nuove restrizioni, come quella riguardante i supermercati.
A cura di Stefano Rizzuti
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Per ora è poco più di una minaccia. Ma se qualcuno dovesse continuare a non rispettare le restrizioni imposte dal governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, le nuove misure potrebbero concretamente essere messe in campo. E una delle ipotesi è quella di anticipare l’orario di chiusura dei negozi, in particolare di quelli alimentari, contingentando ulteriormente gli ingressi di chi va a fare la spesa. A quanto apprende Fanpage.it da fonti governative, al momento si vuole incentivare i cittadini a rispettare tutte le regole e i divieti e per farlo si ricorre anche a un avvertimento: o si resta sempre più a casa o le nuove restrizioni saranno inevitabili. Al momento, però, l’ipotesi di nuove restrizioni è nient’altro che un orientamento, oltre che una sorta di minaccia. Nulla è stato ancora deciso. L’avvertimento però resta chiaro: “Se non si rispetta il divieto di uscire da casa ci saranno provvedimenti più seri”.

Nuove restrizioni: il governo avverte i cittadini

Le stesse fonti fanno sapere che comunque non ci sarà alcuna decisione prima di avere i concreti risultati delle conseguenze delle prime misure restrittive, che solamente da pochi giorni riguardano tutta l'Italia. Bisognerà, dunque, aspettare qualche giorno prima di capire verso che direzione virerà il governo. L’unica certezza è che qualsiasi decisione non potrà esser presa senza ascoltare il comitato scientifico. E nel frattempo ciò che si può fare è continuare a inviare chiari avvertimenti ai cittadini, nella speranza che il timore di uno scenario ancora più restrittivo possa convincere tutti a rispettare le regole.

Negozi alimentari, sindacati chiedono riduzione orari apertura

Per quanto riguarda i negozi alimentari, l’ipotesi di farli chiudere prima ha l’obiettivo di non consentire alla gente di stare fuori anche sul tardi, dopo un certo orario. Una ipotesi che combacia, peraltro, con la richiesta dei sindacati di categoria: Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs si rivolgono al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, puntando a ridurre l’orario di apertura di tutte le attività commerciali e della ristorazione, a partire proprio dai negozi di generi alimentari. La richiesta è quella di ridurre l’apertura a non più di 12 ore al giorno, chiudendo tutti i punti vendita la domenica. I sindacati, inoltre, sottolineano che in caso di mancato intervento da parte del governo “non si escludono azioni di protesta spontanea a livello territoriale finalizzata a ottenere una tutela che non può essere demandata all’iniziativa della singola impresa”. In sostanza, il rischio è quello di scioperi a livello locale. Per ora c’è chi ha già deciso di ridurre l’orario di apertura dei negozi di generi alimentari: è il caso della Regione Lazio, dove gli esercizi commerciali sono aperti in settimana solamente dalle 8.30 alle 19 e la domenica fino alle 15.

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