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Conte su rivolte nelle carceri: “Inaccettabile, valuteremo tutti mezzi per contenerle”

Il premier Giuseppe Conte ha dichiarato questa sera in conferenza stampa che non saranno accettate altre rivolte nelle carceri. Dopo quanto successo a Modena, Roma, Pavia, Palermo e altre città d’Italia, ha spiegato che saranno valutati “tutti i mezzi necessari per contenere questi episodi inaccettabili”.
A cura di Natascia Grbic
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La devastazione all'interno del carcere di Modena dove sono morti 6 detenuti
La devastazione all'interno del carcere di Modena dove sono morti 6 detenuti
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"Ci auguriamo che queste iniziative possano rientrare, con il ministro Bonafede stiamo capendo come fare per i colloqui, ma non possiamo accettare che ci siano fughe, tentativi di ribellione e distruzione degli edifici. Stiamo valutando tutti i mezzi che serviranno per contenere queste iniziative, che sono inaccettabili". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a margine della conferenza stampa in cui ha annunciato l'estensione della zona rossa in tutta Italia parlando delle rivolte che ci sono state questi giorni nelle carceri. Tra le proteste più dure, quella del penitenziario di Modena, dove sette detenuti sono morti, la maggior parte sembra a causa di overdose, probabilmente perché nel carcere è stata presa d'assalto l'infermeria. Rivolte anche a Roma, Pavia, Palermo, Foggia, Poggioreale, Frosinone, Milano. Nel carcere dell'Ucciardone di Palermo c'è stato un tentativo di evasione sedato dall'esercito, a Foggia sono evasi venti detenuti, trenta sono stati invece bloccati. A Pavia agenti sono stati sequestrati, mentre a Roma i detenuti della sezione maschile hanno dato fuoco ai materassi.

Coronavirus, rivolta nelle carceri d'Italia: sospesi colloqui

Le proteste nelle carceri sono scoppiate per la paura legata alla potenziale diffusione del coronavirus nell'ambiente chiuso del penitenziario, e per la sospensione dei colloqui con i familiari. Il premier Conte ha dichiarato questa sera in conferenza stampa che si sta valutando, insieme al ministro Bonafede, un'alternativa per far incontrare i detenuti con i parenti, ma che non saranno accettate altre rivolte. L'ultima rivolta si è avuta oggi a Roma, dove i detenuti hanno incendiato dei materassi quando non hanno fatto entrare i parenti per i colloqui. Le mogli e le madri in visita hanno bloccato la strada, chiedendo amnistia e indulto per tutti.

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