E' una crisi seria e difficile da risolvere quella che in queste ore sta vivendo l'intera penisola coreana. L'attacco nordcoreano di ieri, in risposta alle "sconsiderate provocazioni militari" del Governo di Seoul che secondo l'agenzia ufficiale KCNA sta "facendo deragliare il processo per migliorare le relazioni fra coreani, affondando i colloqui sulla Croce Rossa intercoreana e portando la situazione sull'orlo della guerra, perseguendo la sua politica di sfida alla Corea del Nord" (fonte corriere.it), ha infatti provocato la dura risposta del Governo sudcoreano. In tal senso non può non preoccupare la notizia dell'accordo fra Corea del Sud e Stati Uniti per una serie di esercitazioni militari congiunte in modo da "alzare il livello di preparazione".
In effetti è proprio l'esplicito sostegno di Barack Obama al Governo di Seoul la novità di oggi, appoggio sottolineato da una intervista alla Abc nella quale il Presidente afferma con forza: "La Corea del Sud è un nostro alleato[…] E noi ribadiamo con forza il nostro impegno a difendere la Corea del Sud nell’ambito di questa nostra alleanza" – per poi aggiungere, chiamando in causa anche la Cina – "Noi condanniamo con forza l’attacco e stiamo concordando un’azione comune della comunità internazionale per fare pressione sulla Corea del Nord; perchè ogni Paese della regione deve sapere che quella nordcoreana è una minaccia seria e continua". I
nsomma, una situazione fluida ma estremamente problematica, con il rischio di imminenti rappresaglie nelle zone di confine e la sensazione che il lento processo di riavvicinamento avviatosi negli ultimi anni abbia ormai subito uno stop irreversibile. Anche perchè questo attacco arriva pochi giorni dopo la conclusione del G20, da parte di una nazione che negli ultimi anni sta accelerando sul versante del "nucleare", con nuovi modernissimi impianti per l'arricchimento dell'uranio su scala industriale.