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Coprifuoco alle 22, ipotesi stop il 16 maggio. Di Maio: “Non è un liberi tutti”

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio indica il 16 maggio come data possibile per posticipare il coprifuoco alle 22: “È una data auspicabile per superare il coprifuoco ma non è un ‘liberi tutti’. Dobbiamo affrontare l’estate e permettere ai turisti vaccinati di venire in Italia”. Per ora sarà un tagliando, per lo stop totale si dovrà aspettare la fine di maggio.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro Luigi Di Maio ha annunciato che il coprifuoco alle 22 potrebbe essere superato il prossimo 16 maggio: "È una data auspicabile per superare il coprifuoco ma non è un ‘liberi tutti'. Dobbiamo affrontare l'estate e permettere ai turisti vaccinati di venire in Italia", ha detto il titolare della Farnesina a ‘L'aria che Tira' su La7.

Non è un caso che il 16 maggio sia stata indicata dal governo come data papabile per uno slittamento dell'orario: il prossimo 15 maggio infatti l'Italia aprirà di nuovo le porte ai turisti, che potranno circolare in Italia così come fanno adesso gli italiani che si muovono tra Regioni anche arancioni o rosse, se provvisti di un certificato che attesti l'avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid, oppure con un esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti allo spostamento. L'esecutivo ha però parlato di un tagliando, per far slittare il divieto di circolazione di una o dure ore. Poi la cancellazione totale della misura dovrebbe arrivare solo tra fine maggio e inizio giugno. A quel punto non sarà più necessario esibire un'autocertificazione quando si esce da casa nella fascia oraria dalle 22 alle 5: fino ad allora quando scatta coprifuoco è possibile uscire solo per motivi di necessità, salute o urgenza.

Il ministro ha poi parlato dello scontro con la Lega nel governo sul tema riaperture: "Io il metodo Salvini lo capisco perché la verità è che c'è una legittima competizione nel centrodestra, ma non è giusto questa competizione la si porti nel governo Draghi".

"Con Salvini non ci parliamo dall'agosto 2019, mentre ho rapporti interlocutori con gli altri esponenti leghisti di governo", continua il ministro degli Esteri. "Dire di voler posticipare ogni giorno il coprifuoco non serve a cambiarlo, bisogna invece impegnarsi per farlo e il 16 maggio è una data auspicabile per posticiparlo".

Il ‘Neo Movimento'

Di Maio ha parlato anche della leadership di Giuseppe Conte: "Ieri ha dichiarato che quello che c'era da preparare è pronto. Ora dobbiamo andare sul politico. Lui si iscriverà al Movimento di cui proporrà alcune modifiche, noi lo chiamiamo il ‘Neo Movimento'". 

"La politica non si fa con i ricorsi in tribunale. La politica è consenso delle persone e attorno a Giuseppe Conte c'è tanto consenso e non si impedirà questa scelta con un ricorso in tribunale", ha aggiunto. "La storia del movimento sta andando verso Giuseppe. Se qualcuno vuol fare i ricorsi agli italiani non importa niente. Meno polemiche e più lavoro perché noi siamo pagati per lavorare".

"Tra Grillo e Conte c'è una perfetta sintonia per il futuro del Movimento – ha assicurato l'ex capo politico – lo prova l'idea del ministero della Transizione Ecologica".

Il caso Grillo

Di Maio ha commentato anche l'inchiesta in cui è coinvolto il figlio del Garante del Movimento, Ciro Grillo, accusato di stupro: "Sono vicino alle famiglie coinvolte in questa terribile vicenda, in particolare a quella della ragazza. Ma il M5s non ha lezioni da prendere da nessuno". 

Patrick Zaki ancora in cella

A proposito del caso di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bolognarecluso da oltre un anno nel carcere di Tora in Egitto, ha detto: "Sono d'accordo con Enrico Letta: bisogna liberare subito Patrick Zaki. Grazie al lavoro dell'Intelligence abbiamo portato a casa italiani rapiti o tenuti in prigione ingiustamente, ma Patrick Zaki è un cittadino egiziano. Più aumenta la portata mediatica del caso, più l'Egitto reagisce irrigidendosi. Credo sia legittimo portare avanti campagne di solidarietà ma non ci illudiamo che queste portino risultati, perché quei paesi reagiscono chiudendosi".

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