Cop28, c’è l’accordo per la “transizione” dai combustibili fossili entro il 2050
Non si parla più di "uscita", ma di "transizione": in una nuova bozza prodotta alla Cop28 di Dubai si chiede ai Paesi di "transitare fuori dai combustibili fossili", un'azione che va accelerata "in questo decennio cruciale al fine di raggiungere la neutralità del carbonio nel 2050". Scompare il termine "uscita" dal fossile, su cui avevano insistito i Paesi più ambiziosi nella lotta al cambiamento climatico, ma che era stato rifiutato dai Paesi produttori di petrolio, in primis l'Arabia Saudita.
"Voglio dire che l'uscita dai combustibili fossili è inevitabile, che lo vogliano o no. Speriamo che non arrivi troppo tardi", ha commentato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Per poi aggiungere: "Il mondo non può permettersi ritardi, indecisioni o mezze misure". Il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, invece da parte sua ha commentato: "L'intesa raggiunta a Dubai tiene conto di tutti gli aspetti più rilevanti dell'accordo di Parigi e delle istanze, profondamente diverse tra loro, dei vari Stati, che tuttavia riconoscono un terreno e un obiettivo comune, con la guida della scienza. Per questo, riteniamo il compromesso raggiunto come bilanciato e accettabile per questa fase storica, caratterizzata da forti tensioni internazionali che pesano sul processo di transizione. L'Italia, nella cornice dell'impegno europeo, e' stata impegnata e determinata fino all'ultimo per il miglior risultato possibile".
Il presidente della Cop28, Sultan Al Jaber, ha convocato questa mattina una riunione plenaria per l'approvazione del testo: si tratta della prima decisione delle Nazioni Unite sul destino di tutti combustibili fossili, cioè petrolio, gas e carbone. L'accordo sul Global Stocktake è "storico", ha detto Al Jaber, affermando che gli Emirati Arabi Uniti, sono "giustamente orgogliosi" del loro ruolo nella mediazione del primo accordo sul clima che parla dell'addio al fossile.
Le fonti fossili non erano mai state menzionate da un testo della Conferenza. Nell'ultimo testo si legge anche che la Cop28 "riconosce la necessità di riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni di gas serra in linea con il percorso dell’1,5 gradi e invita le parti a contribuire agli sforzi globali, secondo modalità determinate a livello nazionale, tenendo conto dell’accordo di Parigi".
Il nuovo testo è arrivato dopo ore di scontri e stalli su un precedente documento, che era stato giudicato deludente da molti Paesi, quelli occidentali ma anche tanti africani e sudamericani, i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico. Di fatto si era creata una frattura con l'Opec (che riunisce Paesi come Arabia Saudita, Iran, Iraq, Kuwait e Russia), che avevano criticato l'ipotesi di phase-out, cioè di abbandono graduale delle fonti fossili.
"Questa è l'ultima Cop in cui avremo la possibilità di mantenere in vita l'obiettivo di contenere l'aumento delle temperature medie a 1,5 gradi centigradi", aveva detto l'inviato statunitense alla conferenza, John Kerry. Per poi aggiungere: "Credo che nessuno voglia essere associato a un fallimento. Poche persone nella vita pubblica devono fare scelte di vita o di morte nella Storia. Questa è una guerra per la nostra sopravvivenza".