Cop26 verso la chiusura: cosa c’è nella nuova bozza dell’accordo, dal carbone alle emissioni
Sta per calare il sipario sulla Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è tenuta a Glasgow. Un vertice su cui non sono mancate le polemiche, tra le proteste dei giovani attivisti per il clima agli scontri tra i governi, con alcuni Paesi che frenavano rispetto agli obiettivi da raggiungere. Nella giornata decisiva per i negoziati è emersa una nuova bozza sulle conclusioni del summit: resta l'impegno a mantenere il riscaldamento globale sotto quota 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali e quello a tagliare le emissioni del 45% al 2030 (sui livelli del 2010) per poi arrivare a zero emissioni nette di CO2 per la metà del secolo.
Rimangono anche le spinte a un aggiornamento urgente degli obiettivi di decarbonizzazione per quei Paesi che ancora non l'hanno fatto. Se nella prima bozza si parlava di un aggiornamento entro la fine del 2022, il riferimento temporale risulta sparito dalla seconda versione. Viene anche ribadito i ruolo dei giovani, delle donne e delle comunità indigene nella lotta al cambiamento climatico. Scomparso anche il fondo da 100 miliardi di dollari all'anno da attivare entro il 2023 per i Paesi meno sviluppati. Nell'ultimo aggiornamento si chiede solamente ai "Paesi sviluppati di deliberare pienamente e urgentemente sull'obiettivo dei 100 miliardi di dollari".
Tra Paesi in via di sviluppo e il Nord del mondo non è mancato lo scontro in tema di emissioni, carbone e combustibili fossili. La Cina all'apertura del vertice aveva sottolineato come le emissioni storiche degli Stati Uniti siano state otto volte quelle di Pechino, frenando sugli obiettivi e esigendo più tempo. L'India, invece, pretende molti più sussidi e risorse per poter investire nelle tecnologie green: Nuova Dehli chiede mille miliardi di dollari entro il 2030 in modo da investire in energia pulita, altrimenti sarà impossibile abbandonare il fossile.
Al di là delle contese tra i singoli Stati, secondo gli ambientalisti gli obiettivi della Cop26 semplicemente non sono abbastanza ambiziosi per far fronte alla gravità della situazione in cui ci troviamo. Gli attivisti delle nuove generazioni chiedono più radicalità nelle scelte a tutela dell'ambiente, sottolineando che sia l'unica via possibile per scongiurare la catastrofe ambientale. Ma non sono solo i giovani di Fridays For Future a dirlo. Anche alcuni tra i registi degli accordi di Parigi si stanno mostrando molto scettici sui risultati della Cop di Glasgow: diversi esperti hanno sottolineato che i leader globali saranno costretti a tornare al tavolo dei negoziati già il prossimo anno, quando gli obiettivi definiti a Glasgow dimostreranno di essere troppo deboli nel prevenire il disastro climatico globale.