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Cop26, approvato accordo per lotta ai cambiamenti climatici

Accordo raggiunto alla conferenza sul clima di Glasgow, anche se non sono mancate le polemiche per il rifiuto dell’India di abbandonare rapidamente il carbone per la produzione energetica.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alla Cop26 a Glasgow si è trovato l'accordo per accelerare sulla lotta ai cambiamenti climatici: tutti i 197 Paesi hanno sottoscritto il Patto per il clima, sebbene non siano mancate le critiche per la modifica sull'uscita dal carbone voluta dall'India, che ha chiesto sostituire il termine "phase out" (uscita) dal carbone per la produzione energetica con il termine "phase down" (diminuzione). Il testo è stato adottato dopo un intervento dell'ultimo minuto da parte dell'India, che ha fatto sì che venisse annacquata la formulazione nella parte relativa al taglio delle emissioni derivanti dal carbone, come chiedeva anche la Cina.

Diversi Paesi, Svizzera in testa, ma anche i piccoli Stati insulari, hanno espresso profonda delusione per questo cambiamento dell'ultimo minuto. Alcuni hanno definito la revisione odiosa e contraria alle regole, ma hanno aggiunto che hanno dovuto accettarlo per arrivare a una conclusione del vertice. Il presidente della Cop26, Alok Sharma, si è lamentato dicendosi "profondamente dispiaciuto" per quanto accaduto: "Capisco la profonda delusione, ma è vitale che proteggiamo questo pacchetto", ha aggiunto.

"Il risultato della Cop26 è un compromesso che riflette gli interessi, le contraddizioni e lo stato della volontà politica nel mondo di oggi", ha scritto su Twitter il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. "È un passo importante, ma non basta. È ora di entrare in modalità di emergenza. La battaglia per il clima è la battaglia delle nostre vite e quella battaglia deve essere vinta", ha aggiunto.

Risultato deludente secondo l'attivista svedese Greta Thunberg: "La Cop26 è finita. Ecco un breve riassunto: Bla, bla, bla. Ma il vero lavoro continua fuori da questi saloni. E noi non ci arrenderemo mai, mai".

Cosa è stato deciso alla Conferenza Onu

Quello approvato questa sera è il primo accordo sul clima in assoluto a pianificare esplicitamente la riduzione del carbone, il peggior combustibile fossile per i gas serra, responsabile di circa il 40% delle emissioni di CO2 ogni anno. In mattinata era uscita la terza bozza del documento finale, nella quale si confermava l'obiettivo di tenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, obiettivo per il quale è necessario garantire significative riduzioni delle emissioni globali di gas serra. Si tratta di un passo avanti rispetto all'Accordo di Parigi (che aveva come obiettivo quello di limitare al di sotto dei 2 gradi Celsius il riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale). I tagli alle emissioni rimangono il 45% al 2030 rispetto al 2010, e zero emissioni nette intorno alla metà del secolo.

Il testo prevede anche una revisione entro la fine del 2022 degli impegni di decarbonizzazione dei singoli stati. E poi invita i Paesi ad accelerare sulle fonti rinnovabili, a chiudere al più presto le centrali a carbone e ad eliminare i sussidi alle fonti fossili.

Il documento finale chiede quindi di "accelerare gli sforzi verso la riduzione graduale dell'energia a carbone" e di "ridurre gradualmente" i sussidi ai combustibili fossili, fornendo al contempo un sostegno mirato ai paesi più poveri e vulnerabili, in linea con i contributi nazionali, e riconoscendo "la necessità di sostegno verso una transizione giusta". Ai paesi che sottoscrivono l'accordo viene chiesto di "rivedere e rafforzare" i loro obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 entro la fine del 2022, "tenendo conto delle diverse circostanze nazionali". E ai paesi ricchi si chiede di "almeno raddoppiare" entro il 2025, rispetto ai livelli del 2019, i finanziamenti per sostenere l'adattamento dei paesi in via di sviluppo.

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