Un conclave di torvi, che mescolano patriarcato e sovranismo, con un po' di estremismo di destra e una strizzata d'occhio al bigottismo più bieco, quelli che si sta tra il Dio, la Patria e la Famiglia come una caccola incastrata tra i denti. Che nel 2019 si ritrovino dei tizi, ultrapublicizzati e addirittura con controverso patrocinio di Stato, per dire agli altri quale sia il modo giusto di amare fa già ridere così, diciamolo. Ascoltereste uno sconosciuto che vi insegni come dovete amare, chi dovete amare, con quali modi, con quali tempi? Dite la verità, sarebbe già difficile così. I buoni amici, quelli che ascoltano molto e ascoltano davvero, spesso sulle questioni di cuore vi dicono che non ci vogliono entrare e si mettono a disposizione per la felicità, solo per quella.
Ma c'è di più, perché in questo caso non solo i torvi riuniti in conclave ci dicono cosa sia possibile, no, ora addirittura ci dicono cosa non sia possibile andando a ledere diritti che si ritenevano orami consolidati. E invece no. Quel piccolo manipolo mette in discussione anni di battaglie, di discussioni parlamentari, di elaborazioni politiche, in nome del ritorno in un passato in cui patriarcato e fallocrazia potessero agire indisturbati.
Questo sta accadendo a Verona: da una parte c'è la torva combriccola e dall'altra c'è la festante marea di manifestanti che invadono la città. Da una parte c'è chi regala feti di plastica come gadget e ci dice che gli omosessuali guariscono e se non guariscono bruciano all'inferno dall'altra ci sono donne dallo sguardo fiero che sanno molto bene, perché lo vivono da sempre sulla propria pelle, che un diritto acquisito va difeso ogni volta, ad oltranza, per sempre, perché c'è sempre qualcuno pronto a rimettere in discussione i diritti acquisiti pur di apparire, di macinare consenso, di trovare, anche nelle donne, un nemico contro cui coalizzarsi e contro cui mietere voti.
E non è vero che siamo solo di fronte alla ridicola parata di personaggi piuttosto goffi che girano per l'Europa, no. La presenza di Salvini e dei ministri della Lega dimostra che l'Italia che hanno in mente, quella che vorrebbero proporre come rassicurante ritorno alle origini è qualcosa di ben lontano dalla democrazia dei diritti e dei doveri: è il ritorno a un passato contro hanno già lottato in molti (donne comprese) per superare una disparità di generi (e di "razze") che ricorda i momenti più bui del nostro Paese. Viene persino difficile raccontarlo come Medio Evo, visto che il Medio Evo è stato prolifico dal punto di vista del pensiero come questi non potrebbero nemmeno immaginare di riuscire.
Per questo resistere è necessario. Manifestare è importante.