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Continua la fuga di cervelli: negli ultimi 10 anni 182mila giovani laureati hanno lasciato l’Italia

Lo comunica l’ultimo report dell’Istat sulle migrazioni. Quasi 3 su 4 emigranti che abbandonano l’Italia hanno un titolo di studio superiore, o addirittura una laurea. Negli ultimi dieci anni sono già 182mila i laureati che hanno lasciato l’Italia, alla ricerca di migliori opportunità di lavoro. Ma non solo: il fenomeno interessa anche gli spostamenti interni al Paese: sempre più giovani talenti abbandonano infatti il Mezzogiorno per le regioni del Centro-Nord, sperando di trovare un posto di lavoro adatto la loro titolo.
A cura di Annalisa Girardi
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Il report delll'Istat sulle migrazioni lo ha confermato: sono sempre di più gli italiani che lasciano il nostro Paese in cerca di fortuna all'estero. E fra questi sono soprattutto i laureati a non vedere opportunità lavorative nella penisola. Una vera e propria fuga di cervelli che si conferma di anno in anno: quasi 3 su 4 emigranti che abbandonano l'Italia hanno infatti un titolo di studio superiore, o addirittura una laurea. Negli ultimi dieci anni sono già 182mila i laureati che hanno lasciato l'Italia, decidendo di trasferirsi all'estero. E sono sempre più giovani: l'età media si aggira infatti attorno ai 30 anni.

I giovani cervelli che decidono di andarsene sono diretti specialmente nel Regno Unito: solo l'anno scorso, quando già si dava la Brexit per certa, circa 21mila giovani si sono diretti oltre la Manica. L'inasprimento della burocrazia non impedisce quindi ai giovani di lasciare l'Italia per cercare fortuna altrove. Ma non solo il Regno Unito: gli italiani con un alto titolo di studio sono diretti in tutta l'Europa centrale: nel 2018 circa 18mila connazionali si sono diretti in Germania, altri 14mila sono andati in Francia, circa 10mila in Svizzera e 7mila in Spagna.

La regione in cui si registrano il maggior numero di partenze è la Lombardia. Tuttavia, il report sottolinea anche come il fenomeno sia interno al Paese: dal Sud e dalle Isole sono infatti moltissimi i giovani che partono per il Centro-Nord. E il fenomeno è in continua crescita.  A perdere maggiormente preziose risorse sono la Sicilia e la Campania: l'anno scorso si sono registrate circa 8500 cancellazioni anagrafiche dai comuni meridionali a quelli settentrionali: i giovani del Sud lasciano i loro territori in cerca di maggiori opportunità di lavoro qualificato. E spesso lo fanno subito dopo aver conseguito il titolo di studio, come dimostra la bassa età anagrafica che interessa la fuga di cervelli dal Mezzogiorno.

"Sono oltre 117mila i movimenti da Sud e Isole che hanno come destinazione le regioni del Centro e del Nord (+7% rispetto al 2017); di un certo rilievo sono anche i trasferimenti sulla rotta ‘inversa’ (55 mila), dal Centro-nord al Mezzogiorno: la perdita netta di popolazione calcolata per la ripartizione meridionale è quindi di circa 62 mila residenti nel 2018, di cui 47 mila di 25 anni e più. Le regioni con le perdite più consistenti di questo “prezioso” contingente sono la Sicilia e la Campania (complessivamente oltre 8,5 mila residenti qualificati in meno)", si legge nel report.

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Fonte: Report Istat (https://www.istat.it/it/files//2019/12/REPORT_migrazioni_2018.pdf)

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