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Conti bloccati, Salvini: “Per una settimana la Lega resterà fuori dal Parlamento”

“In un Parlamento che ritiene la Lega debba sparire i parlamentari della Lega questa settimana non parteciperanno ai lavori ma visiteranno le zone terremotate”, è quanto ha dichiarato Salvini al termine del Consiglio federale della Lega sul sequestro dei conti del partito.
A cura di Susanna Picone
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Per una settimana deputati e senatori della Lega non parteciperanno ai lavori a Montecitorio e a Palazzo Madama. Ad annunciarlo è stato il segretario del Carroccio Matteo Salvini al termine del Consiglio federale della Lega sul sequestro dei conti del partito. “In un Parlamento – così Salvini – che ritiene la Lega debba sparire i parlamentari della Lega questa settimana non parteciperanno ai lavori ma visiteranno le zone terremotate”. Salvini ha annunciato anche che martedì la Lega sarà in Tribunale a Genova per presentare il ricorso per il dissequestro dei conti del partito: “Ci andranno solo gli avvocati e i commercialisti, nessun politico”, ha spiegato, in una nota, l’ufficio stampa della Lega. “Riprenderemo i lavori quando giustizia sarà fatta”, ha detto ancora il segretario del Carroccio.

Il leader leghista ha tenuto una brevissima conferenza stampa nella sede federale di via Bellerio, dopo la riunione del Consiglio federale che ha esaminato la questione del sequestro preventivo dei conti del partito. “Ci è finalmente stato notificato – ha detto Salvini – l'atto sovietico di cui avevamo avuto conto solo sui giornali, che sequestra tutto. Siamo tranquilli, non è denaro pubblico ma donazioni dei cittadini italiani, quindi conto che rientri questa richiesta ingiustificata”. “Andiamo avanti più forti e determinati di prima, siamo pronti e non vedo l'ora di sfidare Renzi e Di Maio e il loro nulla”, ha quindi aggiunto Salvini.

Alla riunione in via Bellerio c'erano tutti i big del Carroccio, compreso Umberto Bossi, mentre era assente il governatore lombardo Roberto Maroni. Dai microfoni di Radio24, Matteo Salvini è tornato a parlare della decisione di non far intervenire dal palco di Pontida l’ex segretario leghista. Se Bossi andrà via “certo che mi dispiace, però evidentemente qualche errore in passato è stato commesso e limitare la propria azione politica a Milano, a Verona o a Cuneo non ha senso. L'Italia – ha detto il segretario – dà una risposta se rilancia le infrastrutture e i porti del Sud. E le aziende del Mezzogiorno non possono competere se per trasportare le loro merci pagano il doppio, se l'energia la pagano il doppio. Sono leader della Lega e me ne frego di quello che succede in Abruzzo o in Puglia? Ma dai, siamo seri”.

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