Conte rivendica il no del M5s alla risoluzione Ue per l’Ucraina: “Porta all’escalation militare”
Il Movimento 5 stelle ha votato contro una risoluzione presentata al Parlamento europeo che chiedeva di aumentare le forniture militari all'Ucraina fino a quando la guerra contro la Russia non sarà vinta. Il testo è passato con la grande maggioranza dei voti, e il M5s è stato l'unico partito italiano a schierarsi in modo contrario (nella Lega un solo eurodeputato si è astenuto e gli altri hanno votato a favore). Sui social, il presidente del Movimento Giuseppe Conte ha rivendicato la scelta di opporsi con un post di critica.
La risoluzione, ha sottolineato Conte, "prevede espressamente ‘che l’obiettivo principale' per porre fine al conflitto russo-ucraino è che ‘l’Ucraina vinca la guerra contro la Russia', con un rilancio dell’assistenza militare e l’incremento di forniture militari di ogni tipo: missili a lungo raggio, sofisticate batterie di lancio, i più moderni aereo da combattimento, la più varia artiglieria". Una direzione che il M5s, da tempo opposto anche all'invio di armamenti da parte dell'Italia a Kiev, ha deciso di non appoggiare. "Si menziona anche l’impegno di ciascuno Stato membro europeo a ‘sostenere militarmente l’Ucraina con almeno lo 0,25% del loro Pil annuo': l'Italia dovrebbe dunque destinare la folle cifra di 5 miliardi di euro all’anno per le forniture militari all’Ucraina", ha continuato Conte.
Per coloro che hanno approvato la risoluzione "la strategia bellica e l'escalation militare sin qui perseguite sono l’unica strada, costi quel che costi", ha attaccato il leader del M5s. Tutte le altre forze politiche italiane che sono rappresentate al Parlamento europeo si sono schierate a favore del testo, e questo include gli altri partiti dell'opposizione: Azione, Italia viva e anche il Partito democratico. "Evidentemente, due anni di guerra, morte, distruzione e ‘scommesse' sulla vittoria militare su Putin sono trascorsi invano. Si persegue sulla strada dell’allargamento del conflitto e dell’accettazione del rischio nucleare".
Conte ha fatto riferimento anche alle discusse parole del presidente francese Emmanuel Macron, che lunedì non ha escluso la possibilità di inviare truppe Nato in Ucraina. Macron non si è detto a favore, ma ha fatto intendere che si tratta di un'ipotesi che potrebbe essere considerata. Conte ha quindi attaccato: "I nostri governanti iniziano già a considerare – la questione l’ha posta esplicitamente Macron, e siamo in attesa che si pronunci anche Meloni – la possibilità dell’invio anche di uomini, che ormai sul fronte ucraino iniziano a scarseggiare".
Ciò che invece non trova spazio, nella risoluzione, è "la strada del negoziato di pace e il percorso che contempla un impegno effettivo e autentico – politico e diplomatico – per porre fine alle ostilità e realizzare un orizzonte di sicurezza. L’unico cenno che vi compare rimette la decisione di questi percorsi alla esclusiva volontà di Zelensky. Continueremo a batterci per tutti coloro che in questo momento, pur non ascoltati, richiedono a gran voce pace e sicurezza", ha concluso Conte.