Mattarella non ci ha dato alcuna scadenza e non ci ha imposto di allargare la maggioranza, si è limitato a prendere atto del via libera alla fiducia in Parlamento. È questo, in estrema sintesi, il passaggio centrale della relazione che Giuseppe Conte ha fatto ai rappresentanti della maggioranza nel corso di una riunione in teleconferenza tenutasi poche ore fa, che è stata riferita a Fanpage.it da fonti dirette. Ne consegue che il Presidente del Consiglio non ravvisi la necessità di compiere passi ulteriori, ma soprattuto non ritenga che sia compito suo impegnarsi nell’allargamento della maggioranza parlamentare. Un passaggio essenziale, ha spiegato Conte ai suoi, ma che spetta ai partiti. Solo successivamente si potrà discutere di rimpasto e di nomine, su cui non ha alcuna preclusione.
La linea di Conte è chiara, non ci sono ostacoli da parte sua all’ampliamento della base parlamentare della maggioranza: “Siamo sulla stessa barca, anzi sono convinto che possiamo raggiungere risultati più efficienti nel momento in cui ci si estenda l’accordo a nuovi ‘amici’ (testuale ndr), che condividano i nostri obiettivi”. Però, precisa: “Questo è un lavoro che lascio a voi, io posso soltanto esprimere questa esigenza politica e di farlo al più presto”. Tradotto: abbiamo esigenza di rafforzare la base parlamentare e, tramite i numeri, l’accordo politico, ma lui non ha intenzione di fare scouting ed esporsi in prima persona. Questa era e resta, ribadisce più volte, compito dei partiti.
Rispondendo poi direttamente a Fraccaro (cui torna a promettere un intervento sulla legge elettorale), Conte racconta che per Mattarella non c’è “una data di scadenza per quanto riguarda il consolidamento dell’alleanza politica o della maggioranza in Parlamento”, e che dal Colle ci si è limitati a prendere atto dei voti di fiducia espressi dalle Camere. Ovviamente, aggiunge, il Capo dello Stato ha ricordato che “i continui passaggi parlamentari” fanno sì che sia interesse proprio del governo raccogliere maggiori consensi in Parlamento e nelle relative Commissioni, per lavorare meglio e per superare snodi cruciali come quello sulla giustizia.
Insomma, si può andare avanti così e non ci saranno ulteriori passaggi formali (dimissioni e reincarico), che del resto il Colle non avrebbe chiesto.