Conte resterà presidente del M5s: “Ci sarà una ratifica degli iscritti”
La notizia politica del giorno è certamente la sentenza con cui il Tribunale di Napoli ha sospeso l’efficacia delle delibere che avevano modificato lo Statuto del Movimento 5 stelle, consentendo dunque l’elezione di Giuseppe Conte come presidente del partito. Di conseguenza, da un punto di vista formale, l’ex Presidente del Consiglio non potrebbe continuare a mantenere la sua carica all’interno dei 5 Stelle e si renderebbe necessario impostare un nuovo meccanismo per l’individuazione delle cariche di rappresentanza politica.
Sulla questione è intervenuto lo stesso Giuseppe Conte, nel corso della sua partecipazione alla trasmissione di La7 Otto e Mezzo. Anticipando di non voler attendere i tempi del giudizio processuale, Conte ha annunciato che presto ci sarà “una ratifica da parte di tutti gli iscritti, anche quelli da meno di sei mesi”, che dovrebbe consentirgli di continuare a svolgere il suo compito di presidente del M5s: “A questa sospensione noi risponderemo con un bagno di democrazia, tanto più che erano già in programma alcune modifiche allo Statuto”.
La rottura con Luigi Di Maio
Al centro dell’intervista, però, non poteva che esserci il rapporto con Luigi Di Maio, che ha pubblicamente chiesto un confronto pubblico sulla guida politica del Movimento. Conte si è lamentato del fatto che “prima Di Maio andava in piazza per sostenere le nostre battaglie civili, ora ci va per esibire una corrente e attaccare la leadership”. Allo stesso modo, ha ribadito che “all’orizzonte non c’è un’espulsione di Di Maio, perché una leadership vera non ha mai paura del confronto sulle idee ma di fronte ad un attacco così plastico, in televisione, non si può fare finta di nulla”. Quanto alle responsabilità nella gestione delle trattative per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, Conte contesta il fatto che "il M5s non abbia toccato palla" e a Di Maio manda un messaggio chiaro: "Se è un fallimento, è pure il suo, visto che era nella cabina di regia". Ci sarà dunque un confronto tra i due, in modi e forme che Conte non è ancora in grado di anticipare.
Tra i punti da dirimere, anche la questione del terzo mandato parlamentare. L’ex presidente del Consiglio ribadisce di considerare i due mandati “un principio forte e un'intuizione giusta e Beppe Grillo, perché la politica non è una professione ma una vocazione”. Allo stesso tempo, però, ci sarà la possibilità di autorizzare delle deroghe, per premiare personalità che abbiano svolto un lavoro importante al servizio del Movimento.