Conte: “Renzi è un affarista, gli italiani non si fidano di lui”. E l’ex dem minaccia denunce
Non si ferma il conflitto tra Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, e Matteo Renzi, fondatore di Italia viva. I due ex premier continuano a scontrarsi a distanza, in quello che è diventato uno degli ostacoli più grandi nella costruzione del ‘campo largo'. "Non potremmo mai lavorare con lui, è una presenza inquinante", ha detto Conte. "Lo invito a un confronto pubblico in streaming, scelga lui se in tv o in tribunale", ha risposto Renzi.
Le tensioni rendono sempre più improbabile la nascita di un'unica coalizione che unisca tutti i principali partiti dell'opposizione – forze politiche che secondo i sondaggi, sommate, potrebbero ottenere più del centrodestra. E l'eventuale ingresso di Italia viva e Renzi è il tema che crea i maggiori problemi nel dibattito politico.
L'ex segretario del Pd si è fatto avanti negli ultimi mesi, ma chiarendo che è disposto a seguire Schlein, non Conte. Da parte sua, il presidente del M5s ha attaccato ancora una volta: "Renzi sta facendo affari in tutto il mondo, ora si sta ingegnando a entrare nella partita del litio, bravissimo, vale tanto. Ma che c’entra con la politica?", ha detto dalla festa del Fatto quotidiano.
Poi ha insistito: "La fiducia di un personaggio politico la si vede anche dall’indice di gradimento, è il popolo italiano che non si fida più di Renzi". E perciò, come detto, l'idea di un'alleanza sembra impossibile: "Questo campo largo, ma che vuol dire? Chiunque passa? Fino a ieri Renzi ha votato con la Meloni, poi ha perso le elezioni e ora torna. Ha fatto il Jobs Act, non vuole il salario minimo e il reddito di cittadinanza. E poi noi siamo in politica per contrastare l’affarismo".
La replica di Renzi è arrivata dai social: "Anche oggi Giuseppe Conte si occupa di me. Addirittura il litio? Evidentemente Conte non sta benissimo, questa polemica con Grillo lo sta provando: appena sta meglio, lo invito a un confronto pubblico in streaming, scelga lui se in tv o in tribunale".
È circolato anche un sondaggio che sarebbe alla base della linea ‘dura' di Conte: una rilevazione secondo cui, con l'ingresso di Renzi nel campo progressista, la coalizione perderebbe un 2-3% dei voti. Quanto basterebbe per essere superata dal centrodestra. La gran parte degli elettori interpellati, infatti, avrebbe detto di preferire una coalizione ben coesa, anche a costo di escludere dei partiti, piuttosto che una ampia ma divisa. Alla base ci sarebbe una sfiducia nei confronti di Italia viva, ma soprattutto del suo leader Matteo Renzi: quasi il 40% degli intervistati avrebbe paura che Renzi possa far cadere l'eventuale governo di centrosinistra.
Da parte sua, negli scorsi giorni Elly Schlein ha lanciato una "proposta di governo" che dovrebbe mettere le basi per un'accordo ampio nell'opposizione: "Si fonda su cinque punti", ha spiegato. I temi di partenza sarebbero quindi: "Difesa della sanità pubblica, istruzione e ricerca, lavoro e salari, politiche industriali, diritti sociali e civili".