Conte: “Grillo? Non ci sentiamo dalle europee. Vado a casa se lo chiede l’assemblea degli iscritti”
Il leader del M5s Giuseppe Conte dopo l'ultima lettera invita dal Garante del M5s Beppe Grillo, ultima puntata di una disputa che va avanti dallo scorso luglio, ha detto di non voler più alimentare lo scontro e di volersi concentrare solo sull'appuntamento dell'assemblea costituente del Movimento, la stessa su cui il fondatore ed ex comico ha avuto da ridire.
"Non riduciamo a una questione di persone", a una contesa appunto tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Il Movimento 5 stelle è "un processo dal basso" fatto da persone che discutono e alla fine "è l'assemblea degli iscritti che dirà che Conte va a casa o va bene", ha detto questa sera il leader pentastellato al Festival di Open a Parma, parlando dell'assemblea costituente, prevista per ottobre e poi slittata a novembre (una data ancora non c'è).
Il Movimento 5 stelle "è una comunità di uomini e donne che si impegnano tutti i giorni per portare avanti dei principi, delle battaglie" ha proseguito. "Porteremo all'assemblea finale" del movimento "le proposte" che saranno elaborate dalla comunità del M5s. Non sono ammessi dunque i veti posti da Grillo sui temi, ovvero la regola del tetto dei due mandati, il nome e simbolo. "È un processo dal basso, sui bisogni e gli obiettivi strategici, valutati, discussi; poi ci sarà una votazione" da cui "potrà uscire di tutto, è l'assemblea degli iscritti, diranno che Conte va a casa, che Conte non va bene, benissimo, si discuterà. Però abbiamo bisogno di smuovere le acque, in Italia l'astensionismo ha superato il 50%".
"Un messaggio a Grillo? I messaggi li abbiamo dati prima. Da quando ci siamo visti a Roma, al Forum, all'indomani delle elezioni europee, ci siamo visti e lasciati in clima di grande cordialità. E poi non ci siamo più sentiti", ha detto ancora Conte rispondendo a Enrico Mentana, che gli chiedeva se avesse sentito Grillo negli ultimi giorni.
Conte sfida il Pd sull'Ucraina: "È molto diviso"
"Ieri si è dato il via libera all'utilizzo delle armi per colpire obiettivi russi in territorio russo. Stai decidendo di avvicinarti al baratro di una guerra mondiale", ha spiegato Conte: "Noi abbiamo votato coerentemente. Altri partiti si sono divisi in tante posizioni: così non recuperi l'astensionismo".
"Il Pd è molto diviso" sul tema della guerra in Ucraina, al suo interno ci sono "tante posizioni, ci sono i turboatlantisti ma ci sono anche tante persone che comprendono che qui stiamo andando a un disastro mondiale e quindi bisogna investire su una svolta negoziale nel conflitto russo ucraino", ha detto il leader del M5s, a proposito del voto sulla risoluzione pro-Ucraina nel Parlamento europeo, che ieri a Strasburgo ha diviso gli schieramenti politici italiani, sia della maggioranza che dell'opposizione.
Il M5s ha votato come la Lega, no su tutto. Conte ha ricordato che la delegazione del Pd si è invece spaccata, tra astenuti, contrari e favorevoli sia sui paragrafi più controversi, sia nel voto finale, dove Cecilia Strada e Marco Tarquinio si sono astenuti, e su 21 eurodeputati del Pd, hanno votato a favore in 17.
Il M5s ha votato no all'articolo 8, quello appunto che permette di utilizzare le armi fornite a Kiev anche contro postazioni russe su territorio russo, e ha votato n alla risoluzione finale che conferma il sostegno militare a Kiev. Allo stesso modo si sono comportati i parlamentari eletti nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra. Il Partito Democratico ha fatto registrare alcune defezioni sull'articolo 8: 6 i parlamentari dem presenti che non hanno partecipato al voto.
Conte su Salvini: "Per Open Arms gli scrissi di far sbarcare i migranti, non mi ascoltò"
"Non gioisco affatto che Salvini stia lì a rispondere ai giudici e non gli auguro una condanna penale" ma lui sta lì "per un fatto specifico non per un indirizzo del governo", ha detto poi il leader del M5S, Giuseppe Conte, presidente del Consiglio all'epoca dei fatti per cui l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini è sotto processo, per il caso della nave di Open Arms.
"Lui sta rispondendo per Open Arms", ha sottolineato Conte. "Io gli ho scritto due lettere perché" quelle persone "erano lì in condizioni critiche, con il solleone, perché c'erano dei bambini e dei minori. Gli ho scritto per farli sbarcare, gli ho indicato le norme e che non gli consentivo soprattutto di tenere i più vulnerabili a bordo" e lui "mi ha risposto il giorno dopo da ministro dell'Interno che assolutamente non la pensava così e avrebbe continuato", ha ricostruito Conte.
"Gli ho scritto il giorno dopo, gli ho detto di non insistere" che Germania, Francia e Portogallo avevano "dato disponibilità alla redistribuzione" dei migranti e che "quindi era tutta propaganda". "Salvini – ha concluso Conte – è stato chiamato lì per un fatto specifico non per un indirizzo del governo".