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Conte e Schlein rilanciano la settimana corta a parità di stipendio, come funzionerebbe in Italia

La proposta di settimana lavorativa corta a parità di salario è tornata a far discutere. L’hanno rilanciata Giuseppe Conte e Elly Schlein, e in commissione Lavoro alla Camera ci sono tre disegni di legge sul tema (Pd, M5s e Avs). Ci sono delle differenze, ma il meccanismo di base è lo stesso. Ecco come si vorrebbe sperimentare la novità in Italia.
A cura di Luca Pons
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Giuseppe Conte ha rilanciato, con una diretta sui social, il tema della settimana lavorativa corta. Di recente, un disegno di legge a sua prima firma è arrivato alla commissione Lavoro alla Camera: "La nostra proposta è di ridurre in via sperimentale l’orario di lavoro da 40 a 32 ore, a parità di retribuzione", ha spiegato. L'obiettivo è  "fare dell’Italia il prossimo Paese in cui sperimentare questa riforma". Poche ore dopo, anche la segretaria del Pd Elly Schlein è tornata a parlarne, rilanciando il ddl del suo partito: "È una proposta che punta ad una nuova idea di società in cui si rimettono al centro la qualità della vita e del lavoro", ha scritto sui social.

La proposta della settimana lavorativa più corta con lo stesso stipendio non è nuova: Schlein ne aveva parlato anche in un'intervista a Fanpage.it lo scorso settembre. Diversi partiti hanno parlato dell'ipotesi di sperimentarla, in passato. Ora sembra che qualcosa potrebbe muoversi anche a livello parlamentare. Pochi giorni fa, quando i sindacati metalmeccanici hanno annunciato che la loro proposta per il nuovo contratto collettivo include anche la riduzione della settimana lavorativa a 35 ore, il deputato dem Arturo Scotto ha ricordato che "il Pd ha avanzato una proposta" sul tema "che giace in Parlamento da mesi".

Quali sono le proposte di legge per la settimana corta a parità di stipendio

I testi di legge che parlano di ridurre l'orario lavorativo depositati alla Camera, al momento, sono almeno tre. Uno è la proposta annunciata da Conte, presentata a marzo dell'anno scorso e assegnata alla commissione Lavoro il 13 febbraio 2024. Un altro è quello del Pd, a prima firma di Scotto (seguita da quella di Schlein), depositata in Parlamento a ottobre e assegnata alla commissione a dicembre. Il terzo, poi, è dell'Alleanza Verdi-Sinistra, con la prima firma del segretario Nicola Fratoianni: presentato addirittura a ottobre 2022, è arrivato in commissione solo questa settimana, il 20 febbraio.

Tutte e tre le proposte ricordano i possibili vantaggi della settimana corta, e sottolineano le sperimentazioni fatte sia in altri Paesi sia da alcune aziende in Italia, con risultati positivi sia per i dipendenti che per la produttività. Si ricorda che anche la pandemia ha contribuito a cambiare l'idea di come bisognerebbe bilanciare gli orari di lavoro con quelli della vita personale. Le proposte concrete, poi, hanno diversi punti in comune e alcune differenze. Il meccanismo di massima è lo stesso: creare degli incentivi per i datori di lavoro, in modo da sperimentare la settimana breve tramite i contratti collettivi.

Come funzionerebbe la riduzione di orario lavorativo in Italia

Il Movimento 5 stelle nel testo della sua proposta vorrebbe introdurre degli specifici contratti per la riduzione dell'orario di lavoro fino a 32 ore a settimana, a parità di retribuzione. In sostanza, quattro giorni di lavoro da otto ore ciascuno, o anche una divisione diversa (più giorni con meno ore). L'incentivo per i datori di lavoro sarebbe un esonero per i contributi da versare, fino a 8mila euro all'anno, fino al 2026. Il costo per lo Stato sarebbe di 750 milioni di euro nel corso dei tre anni di agevolazione.

Anche il Partito democratico propone di passare dai contratti collettivi, e incentivare alla riduzione dell'orario di lavoro, "anche nella forma di turni su quattro giorni settimanali". I datori di lavoro che sperimentano questa novità avrebbero uno sconto del 30% sui contributi da versare (il 40% per i lavori usuranti e gravosi). In questo caso, il costo sarebbe di 500 milioni di euro in tutto: 100 milioni nel 2024, e 200 milioni nel 2025 e 2026.

La proposta di Alleanza Verdi-Sinistra è la più articolata: dettaglia, ad esempio, anche la gestione degli aspetti fiscali, delle ore di pausa e dei giorni di ferie. In generale il suo obiettivo è la settimana lavorativa di 34 ore a parità di salario. Anche in questo caso si procede con un fondo per dare un incentivo ai datori di lavoro che adottano la settimana corta. Il fondo, in questo caso, viene finanziato anche con una nuova tassa sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari per chi ha una ricchezza al di sopra dei tre milioni di euro. Si prevedono anche sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano i limiti di orari fissati: 500 euro per ogni ora di lavoro di troppo.

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