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Conte e Salvini ora minacciano di far cadere il governo Draghi

I leader di Lega e Movimento 5 Stelle tirano dritto dopo la mazzata alle elezioni amministrative e minacciano di far cadere il governo Draghi a distanza di poche ore l’uno dall’altro. Conte e Salvini battono i pugni sul tavolo e chiedono attenzione per i loro temi, ma è anche l’inizio della campagna elettorale per le prossime politiche.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Lega e Movimento 5 Stelle, Matteo Salvini e Giuseppe Conte. L'asse gialloverde si è ricomposto, per motivi diversi ma simili, su posizioni distanti sulla carta ma vicine nella pratica. Negli ultimi due giorni prima dal leader grillino e poi da quello del Carroccio sono arrivati due ultimatum al governo Draghi quasi identici. Non è un caso che sia avvenuto dopo le elezioni amministrative perse malamente dai due partiti – ma soprattutto vinte da Pd e Fratelli d'Italia, rispettivamente alleati e avversari interni al tempo stesso – che impongono una svolta, quantomeno a livello comunicativo. Così ecco che i due leader in crollo di consenso cercano il colpo di coda per attirare l'attenzione, minacciando di abbandonare il governo Draghi.

Conte ha aperto le danze ieri, con una conferenza stampa in cui ha annunciato l'inizio della "fase due" del Movimento 5 Stelle: "Molti cittadini ci hanno chiesto di uscire dal governo, il nostro elettorato sta soffrendo – ha detto Conte – Non ci sentiamo di voltare le spalle ai cittadini, siamo responsabili ma che nessuno ci dica state zitti". Insomma, il Movimento è responsabile e resta al governo, ma ora pretende di essere ascoltato. Almeno a parole. Pesano, infatti, tutte le polemiche degli ultimi mesi: dagli attacchi al Superbonus alla questione armi, passando per la richiesta di un nuovo voto in Parlamento sulla linea da tenere sulla guerra in Ucraina.

Questa mattina, poi, è uscita un'intervista a Salvini sul Corriere della Sera. I toni sono ancora più duri: "Abbiamo deciso di appoggiare il governo perché era necessario non lasciare il Paese nelle mani di Pd e 5 Stelle che lo stavano sfasciando. Ora tutti quei dirigenti e militanti (compresi Zaia e Fedriga) che credevano in Draghi e in questo governo, col perseverare degli errori di Speranza e Lamorgese, di Bianchi e Giovannini, mi chiedono di rifletterci bene. Draghi deve sapere che ci sono temi su cui non siamo disposti a transigere". Un attacco diretto, come spesso ha fatto Salvini nell'ultimo anno, ma con l'appoggio – almeno secondo lui – di dirigenti e militanti. Come Conte, infatti, il leader della Lega utilizza la base – che nel caso del Movimento sono "i cittadini" – per rafforzare le proprie minacce. Bisogna vedere se funzionerà.

In ogni caso Salvini ha lanciato un ultimatum abbastanza largo, a differenza di Conte che stavolta ha evitato (dopo essersi sentito dare dello specialista da Grillo). Per il leader della Lega serve una svolta entro l'estate: "Sul pratone di Pontida il 18 settembre vogliamo risposte". Le domande, però, sono le più disparate: pace fiscale, superare la Fornero, quota 41, fermare l'immigrazione dal Mediterraneo, difendere salari e pensioni, ordine pubblico, caro energia e taglio delle accise. Insomma, la campagna elettorale per il 2023 sembra essere già cominciata, sia per Conte che per Salvini.

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