Conte dice no a sit-in di Schlein davanti alla Rai: “Ipocrita, prima la tv pubblica appoggiava il Pd”
"No, caro Pd, il 7 febbraio noi non ci saremo". Così Giuseppe Conte ha annunciato sui social la sua contrarietà all'iniziativa lanciata pochi giorni fa da Elly Schlein: un sit-in davanti alla sede romana della Rai, per protestare contro l'influenza politica del governo Meloni all'interno della televisione pubblica. In particolare, il caso è stato sollevato da un servizio del Tg1 che parlava del bonus anziani: partendo da questo, la segretaria dem ha denunciato la linea filo-governativa dei telegiornali pubblici e ha annunciato la protesta.
Il presidente del M5s però ha contestato la decisione: ha sottolineato che in passato la Rai è stata guidata da figure scelte dagli altri governi in carica, e che quindi non sarebbe "credibile" una manifestazione da parte dei dem, che in passato hanno avuto un numero "record" di "servizi accortamente confezionati" a loro favore. Un attacco a cui il Pd ha risposto in modo secco: "Il nostro nemico continua a essere la destra", ha fatto sapere il Nazareno con una nota.
Conte dunque si è tirato fuori, dicendo al Pd che se si vuole costruire un'alternativa al governo bisogna "mettere da parte l'ipocrisia" su temi come questo. Poi ha spiegato: "Non ci sembra risolutivo né credibile un sit-in lanciato da un Pd indignato, che chiama a raccolta le altre forze politiche e finge di non sapere quello che tutti sanno da anni, e cioè che la governance Rai è assoggettata al controllo del governo oltreché della maggioranza di turno grazie alla riforma imposta dal Pd renziano nel 2015".
Il leader del Movimento 5 stelle ha rilanciato: "Non serve un sit-in, basta impegnarsi seriamente nelle commissioni parlamentari per una riforma", citando la proposta del M5s di una riforma "organica" da mettere in atto però "nella prossima legislatura". Infatti, sarebbe "furbo e illusorio imporre un cambiamento normativo al governo di turno, che delle norme attuali si sta avvantaggiando". Dunque, per mettere da parte l'ipocrisia il Pd dovrebbe "partecipare costruttivamente a questo progetto".
Conte ha poi rilanciato l'attacco ai dem, sostenendo che "lanciare allarmi democratici a giorni alterni e prendere di mira il singolo servizio giornalistico non può essere la soluzione". Perché, ha continuato, "non sarà facile eguagliare il record dei servizi accortamente confezionati negli anni per soffiare il vento del consenso a favore del Pd". Prendendo in prestito un termine utilizzato da Giorgia Meloni, Conte ha insistito: "L’amichettismo di destra vale quanto l’amichettismo di sinistra. I cittadini non sono sciocchi".
Infine, l'ex presidente del Consiglio ha rivolto una critica anche al governo in carica: "Il duo Meloni-Fazzolari non sta dimostrando verso il mondo dell’informazione un’adeguata cultura democratica. Agiscono maldestramente, in maniera ruvida e arrogante, per esercitare influenza politica su quante più testate giornalistiche possibili e, quando non ci riescono, utilizzano armi non convenzionali persino contro noti siti di informazione".