Conte dice che Trump non è pericolo per la democrazia, Pd avverte: “M5s rifletta su politica estera”
Giuseppe Conte non è d'accordo con chi crede che la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane possa rappresentare una pericolo per la democrazia. "Non condivido, la libera scelta dei cittadini non è mai una minaccia per la democrazia", dice il leader del M5s.
"Anche in Italia è un argomento che non ho mai usato contro Meloni", aggiunge. Quando il giornalista di Repubblica gli ricorda che la premier italiana non ha mai condizionato un colpo di stato per contestare i risultati elettorali, Conte corregge il tiro: "Sui fatti di Capitol Hill ho sempre speso parole chiare di condanna".
Nonostante ciò, l'ex presidente del Consiglio messo di fronte a un bivio, tra Kamala Harris e Donald Trump, preferisce non prendere posizione. "Noi, come forza alternativa a Meloni per il governo del Paese, dovremo dialogare con qualunque presidente sarà eletto dai cittadini americani", ribadisce.
"Giudicheremo la prossima presidenza sui fatti", si limita a dire Conte. "Alla convention democratica sono emersi temi interessanti e in linea con una forza progressista, come il progetto di eliminare i debiti legati a spese mediche, la volontà di mettere un tetto ai prezzi dei generi alimentari e la previsione di sussidi per l’acquisto della prima casa", aggiunge.
Le posizioni del Movimento 5 Stelle in politica estera, in particolare la vicinanza, mai realmente celata, del leader all'ex tycoon, sono oggetto di discussione nel centrosinistra. Le forze progressiste sono, infatti, alle prese con la costruzione di un'alternativa stabile e duratura alla coalizione di governo, ma molti vedono malvolentieri l'esitazione del leader pentastellato a schierarsi tra democratici e repubblicani.
"Costruire una alleanza ‘contro' la destra non basta, serve invece "l'alternativa" a destre sovraniste e regressive. Non siamo all'anno zero peraltro, come abbiamo dimostrato vincendo insieme nella maggioranza dei Comuni al voto poche settimane fa. Così come sanità e scuola pubbliche, lavoro e diritti delle persone, contrasto a premierato e autonomia di Calderoli sono materie che ci vedono uniti nelle battaglie in Parlamento e nel Paese e ci rendono radicalmente alternativi alla destra", dice al Corriere della Sera, il presidente del Partito democratico, Stefano Bonaccini.
Le prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna, Umbria e Liguria saranno un banco di prova per testare la tenuta del campolargo. Come osserva l'ex governatore, "servirà convergenza anche sulla politica estera, per difendere democrazie e libertà, ma anche pretendere un'Europa che diventi soggetto politico capace di muoversi per ridurre conflitti e promuovere pace. Che poi Conte non veda differenze tra Trump e Harris non ci impedisce di schierarci senza indugi al fianco di Kamala. Come penso farebbe la maggioranza degli elettori del M5S", commenta.
Sulla questione interviene anche il leader di Azione, Carlo Calenda. "Unità per l'ipocrisia. Non comprendo la sorpresa del Pd per le posizioni dei 5S in politica estera", scrive su X riprendendo le dichiarazioni di Bonaccini. "Non sapevate che erano filotrumpiani in quanto filorussi? È stata una scoperta recente? E sono posizioni così diverse da quelle di Tarquinio candidato dal @pdnetwork alle elezioni europee o di AVS? C’è una immensa coperta di ipocrisia che avvolge il cd campo largo. L’affermazione “unità senza veti” serve a buttare dentro qualsiasi cosa. L’unica cosa che manca e che non può esserci è un’agenda di governo", attacca ancora.
Anche Maria Elena Boschi non si dice sorpresa delle posizioni dell'ex premier. "Non dimentichiamo che Conte è stato trumpiano. Ma fa pensare che ancora oggi per lui i due siano equivalenti e non sappia scegliere. Per fortuna è l'unico che la pensa così nel centrosinistra", afferma la capogruppo di Italia Viva alla Camera. "Il punto è quale visione hai del mondo, quali sono i tuoi valori sulla politica estera o sui diritti civili. Quelli di Trump o quelli di Harris?", domanda.