Conte dice che non vuole tornare a Chigi e sul duello tv attacca: “Non me l’aspettavo da Schlein”
"Non punto a Palazzo Chigi perché non è questa la mia, la nostra ambizione". Giuseppe Conte esclude il ritorno, almeno per il momento, nella stanza dei bottoni che per tre anni ha presieduto in qualità di presidente del Consiglio. Il leader pentastellato non ha voluto neppure includere il suo nome tra le candidature del Movimento 5 stelle alle elezioni europee. "Ho scelto di non ingannare gli elettori. Noi non chiediamo voti quando sappiamo già di non poter rispettare il mandato. Sono proprio questi atteggiamenti ad allontanare i cittadini dalla politica".
Conte nega che si tratti di un tentativo di sfuggire al confronto con la segretaria del Partito democratico, al momento seconda forza politica nel paese dietro a Fratelli d'Italia. "Chi teme davvero il confronto sono Meloni e Schlein: provano a polarizzare la campagna elettorale intorno ad un duello Tv, ma scappano dal confronto democratico con tutti i leader. L’alternativa a Meloni e alla destra è roba seria, non si costruisce così", ribadisce. Per l'ex presidente del Consiglio quello dell'8 e 9 giugno non sarà un voto per incoronare definitivamente il leader alla guida dell'opposizione. "La questione qui non è Conte o Schlein", dice intervistato dal Tempo. "L’8 e 9 giugno in ballo c’è il futuro dell’Europa. Siamo a un bivio: siamo chiamati a scegliere tra un’Europa che si affaccia alla Terza Guerra Mondiale e un’Europa che crede nella pace, nel negoziato e in una comunità inclusiva a misura di cittadino. La più grande sconfitta sarebbe lasciare che siano altri a decidere per noi, per questo dico agli italiani: andate a votare", aggiunge.
Insomma il leader dei cinque stelle non gioca "una partita personale", assicura. Anche per questo motivo Conte insiste sulle ragioni della polemica sollevata contro il duello televisivo tra Meloni e Schlein, prima previsto per il 23 maggio poi annullato dopo il pronunciamento dell'Agcom. "È una palese violazione della regole democratiche. Di fronte a un voto proporzionale si voleva usare il servizio pubblico per favorire solo due contendenti. Non mi aspettavo che la stessa Schlein, che tanto ha denunciato il regime di TeleMeloni, si prestasse a questo giochetto".
In Europa il M5S "sarà nell'area progressista", dice Conte
L'ex premier torna anche sul futuro del Movimento 5 Stelle in Europa. Al momento il M5S è l'unico dei partiti italiani in Europa a non far parte di nessuno dei gruppi politici in cui è divisa l'Eurocamera. "I nostri voti in Europa sono stati determinanti per l'elezione di Von der Leyen. E lo saremo ancora", dice il leader che annuncia: "Andremo nell'area progressista. Con i socialisti? No, nell'area progressista. Ci sarà una sorpresa".
Conte però sembra scartare l'ipotesi di un suo sostegno all'eventuale candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Commissione Ue. "Questa fase l’Europa ha bisogno di più coraggio sul fronte di politiche di pace e su quello di politiche sociali inclusive. Dobbiamo guardare avanti e non voltarci indietro". Se eletti, "i nostri eurodeputati si batteranno per la pace, in un momento in cui il mondo va verso la terza guerra mondiale; si impegneranno per costruire un’Europa più vicina ai cittadini, un’Europa più giusta e solidale, un’Europa diversa da quella immaginata dalla Meloni che ha detto sì a un Patto di stabilità che ci porterà 13 miliardi di tagli, mentre gli italiani oggi fanno fatica pagare le bollette e perdono la casa per le rate dei mutui troppo alte", conclude.