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Guerra in Ucraina

Conte dice che non ritirerà il ministro Di Maio: “Nessuna crisi di governo ma no nuovo decreto armi”

Il leader del M5s Giuseppe Conte dice che non metterà in difficoltà il governo in occasione del voto del Parlamento sulle comunicazioni del premier Draghi in vista del Consiglio Ue di fine mese: “Non ho mai parlato di una maggioranza nuova o diversa”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il leader del M5s Giuseppe Conte assicura di non voler mettere in difficoltà in governo sull'Ucraina, e di non voler aprire una crisi. Sulla guerra secondo il leader pentastellato bisogna "cercare di arrivare a un dialogo politico per arrivare alla pace", ha detto parlando con i cronisti a Palermo, con il voto parlamentare del 21 giugno che incombe. Il rischio è che le comunicazioni del premier Draghi in vista del Consiglio Ue di fine mese possano rivelarsi un campo minato per la tenuta dell'esecutivo, con la spaccatura sempre più netta all'interno della maggioranza sull'invio di armi all'Ucraina.

"Non credo proprio che andremo verso un ulteriore decreto – ha detto Conte – Credo invece, anche in base alle dichiarazioni rilasciate dal presidente Draghi negli Stati Uniti e da quelle di alcuni esponenti delle forze politiche, che dopo una prima fase in cui si pensava che anche in Italia dovessimo abbracciare una folle corsa al riarmo ora tutti stanno convergendo sulle nostre posizioni.

Il problema è che un eventuale bocciatura della linea del governo, con la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, allontanerebbe sempre di più l'Italia dalle posizioni dell'Ue e della Nato sul conflitto in corso. Ma nessuno può dire con certezza se Conte intenda davvero rompere o no. Probabilmente molto dipenderà dal risultato delle amministrative del 12 giugno, che potrebbero costringere anche Matteo Salvini a correre ai ripari, nel tentativo di rincorrere Giorgia Meloni. Anche per questo il segretario della Lega, secondo i dem, sarebbe entrato in ‘modalità Papeete'. Il Pd comunque cercherà in ogni modo di mediare. Fonti del Nazareno spiegano che si tenterà di arrivare a una risoluzione che contenga la parola ‘pace', senza citare le armi, e a questo starebbe lavorando anche Palazzo Chigi. Per i dem però il punto di incontro con il M5s non può però passare dal ritiro del sostegno a Kiev. "Dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina con l'Ue e la comunità internazionale – ha ribadito il ministro Guerinie insieme rafforzare il confronto per far cessare le ostilità e impostare un negoziato vero".

Conte dal canto suo assicura che non ha in programma di ritirare il ministro degli Esteri Di Maio, in caso di un nuovo decreto per l'invio di armi in Ucraina: "Io non voglio mettere in difficoltà il governo. Voi state enfatizzando, anche i giornali, i commentatori, alcuni almeno, stanno enfatizzando questo passaggio in Parlamento come uno scontro. Non ho mai parlato di una maggioranza nuova o diversa. Ho detto che confido che la nostra posizione possa essere acclarata in parlamento come la posizione dell'intera maggioranza che sostiene il governo. Su FdI non ci spero molto vista la posizione molto belligerante. La capisco, è molto legata alle lobby industriali. Certe posizioni nascono da questi legami".

Giuseppe Conte ha difeso ancora una volta il Reddito di cittadinanza: "Draghi, quando ha ricevuto il nostro sostegno al governo, ha dichiarato che questa misura la condivideva", ha detto, rispondendo a una domanda sulla posizione del presidente del Consiglio a proposito del reddito di cittadinanza. "E credo che Draghi che ha una responsabilità di governo, si renda conto – ha spiegato ancora – che la tenuta della coesione sociale è uno dei valori più essenziali di un sistema democratico. Se non assicuri la tenuta sociale, di fronte a una congiuntura economica che ci sta portando a una fase di impoverimento anche del ceto medio, sarebbe veramente grave non presidiare queste misure di protezione sociale".

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