Conte contro Meloni: “Io non ho attivato il Mes, non ti permettere più di dire falsità”
"Oggi Giorgia Meloni ha fatto un altro show al Senato, sventolando un fax". Cominciano così i quattro minuti di Giuseppe Conte. Al leader del Movimento 5 Stelle ne vengono quattro – e non cinque – ma poco cambia, l'ex premier è un fiume in piena. Argomento: il Mes. "Mi pare di capire che la voglia mettere sul piano dei fatti e documenti. Benissimo, allora accomodati che c'è posta per te – dice Conte rivolgendosi a Meloni in un video pubblicato sui suoi social – Anzi un faldone per te. Sapete chi ha portato il Mes in Italia? Il governo Berlusconi nel 2011, carta canta. Di quel governo facevi parte anche tu, Giorgia Meloni, come ministro della Gioventù. Io allora ero avvocato, tu eri lì a fare danni nei confronti dell'Italia".
"Bugie su bugie, avremmo apposto delle firme e fatto tutto col favore delle tenebre? Giorgia Meloni non ti permettere di fare un'affermazione del genere – urla Conte – Leggiti gli atti parlamentari, tu eri membro del Parlamento, ma cosa facevi? È tutto scritto qui. Dibattito parlamentare e risoluzione". Poi attacca: "Adesso si tratta di ratificare o meno il Mes e a decidere sei tu. Giorgia Meloni sei presidente del Consiglio e ormai hai introdotto un premierato di fatto, decidi tutto tu. Ora o decidi di votare no alla ratifica e sarai conseguente, con tutte le promesse elettorali".
Conte tira fuori una fotografia di Meloni citando una manifestazione del 2019 a Bruxelles contro il Mes: "Finalmente potrai dare una gioia ai tuoi elettori. Oppure, al contrario, voterai sì alla ratifica, cosi farai parte del club di Bruxelles". Il presidente del Movimento 5 Stelle ricorda anche di aver litigato con Angela Merkel nel 2020, perché lui non voleva attivare il Mes: "Ho avuto ragione, perché così ho potuto costruire il Pnrr".
"Giorgia Meloni ti devi assumere le tue responsabilità, non puoi scaricarle su di me. Deciditi, o voti sì o voti no. Non ti preoccupare, mostra un po' di coraggio, ce la puoi fare", continua Conte. Poi chiude attaccando sul Superbonus: "Prima di accusare gli italiani di essere ladri, guardatevi in casa". E chiude: "Non si fa politica con le bugie".