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Conte contro il governo: “È finita la propaganda, nella Nadef nulla per i problemi degli italiani”

“Abbiamo una prospettiva in cui c’è zero crescita, zero investimenti e ovviamente non si risolvono i problemi delle famiglie italiane”, dice Giuseppe Conte dopo l’approvazione della Nadef da parte del governo Meloni.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Con la Nadef si certifica che la propaganda del governo è finita", dice Giuseppe Conte parlando con i giornalisti. Il leader del Movimento 5 Stelle attacca l'esecutivo all'indomani dell'approvazione della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza: "Abbiamo una prospettiva in cui c'è zero crescita, zero investimenti e ovviamente non si risolvono i problemi delle famiglie italiane – dice l'ex presidente del Consiglio – Parliamo del caro mutui, del carrello della spesa, del caro carburanti. I primi a rimanere delusi sono i cittadini che hanno votato questo governo, avevano annunciato una svolta sulla politica economica e sociale del Paese. Invece è un governo che certifica manovre dello zero virgola. Non c'è nessuna prospettiva di rilancio del Paese".

"Questo governo per un anno ha continuato a beneficiare, come il governo Draghi, delle prospettive espansive che abbiamo costruito – attacca ancora Conte – Più 12% di incremento di Pil in un biennio, abbiamo migliorato di 15 punti in tre anni il rapporto debito/Pil, abbiamo maggiorato le entrate fiscali dello Stato di 100 miliardi in due anni. Quel tesoretto l'hanno distribuito prima Draghi e poi Meloni. Di suo questo governo non ci mette nulla".

"Abbiamo un governo che quando si riaccendono i fari dell'opinione pubblica sul disastro combinato sul fronte immigrazione, non fa altro che adottare un nuovo decreto – continua il leader del Movimento 5 Stelle, parlando del tema migrantiOgni volta un nuovo spot pubblicitario che non risolve nulla. Con quest'ultimo vogliono creare nuovi centri per la permanenza per i rimpatri, ma le Regioni si oppongono e non vogliono che l'Italia diventi un hotspot europeo, e vogliono rendere ancora più spediti gli ordini di espulsione, ma non equivale al rimpatrio".

"È una presa in giro – insiste Conte – Il problema sono i rimpatri, sono le persone che restano sul nostro territorio e dilagano nelle periferie, non certo nelle Ztl e nei quartieri residenziali dove si alimentano i salotti tv. C'è chi fa propaganda e chi invece vorrebbe un'accoglienza che si ferma solo allo sbarco, mentre il giorno dopo volge la testa dall'altra parte, non curandosi della sorte di queste persone".

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