Conte contro Grillo: “Chi evoca scissioni vuole un M5s senza discussioni. Renzi? Affarista, ci fa perdere voti”
"Con Matteo Renzi no". Per Giuseppe Conte, un campo largo che includa anche il leader di Italia Viva è fuori discussione. "Per l'inaffidabilità che ha dimostrato, per i soldi che ha preso dagli arabi, per la spregiudicatezza, perché utilizza le istituzioni per convenienze economiche", ha detto il capo del Movimento 5 Stelle intervistato da Fanpage.it.
"Se noi vogliamo mandare a casa Meloni dobbiamo creare un progetto credibile ed è poco credibile costruire un progetto politico serio con chi ha fatto il Jobs Act o non vuole il salario minimo. Ma c'è un tema più radicale: noi siamo in politica per rompere gli schemi, come possiamo essere credibili se ci associamo con chi invece ha utilizzato le istituzioni per creare una rete di rapporti e affari e che è uno dei principali artefici della contaminazione tra affari e politica?", ha chiesto l'ex presidente del Consiglio.
Nel ribadire il suo no a una coalizione con l'ex segretario dem, Conte ha ricordato che "Renzi ha votato suo spesso con il governo Meloni. Ora dopo una disfatta alle europee, vuole essere protagonista di questo progetto. La sua capacità demolitoria è assolutamente superiore a quella costruttoria". Con Renzi "non è una questione personale", ha assicurato. "È il mio movimento che me lo chiede, e non solo il mio: anche dalla comunità del Pd e di Avs non sono contenti", ha aggiunto.
Al netto delle ostilità con Renzi, le differenze con gli altri partiti dell'opposizione restano però, soprattutto in politica estera. Su questo "dobbiamo definire le linee con le forze affidabili; ci siederemo a un tavolo", ha detto Conte.
"Grillo? Non deve temere comunità che discute", dice Conte
Matteo Renzi non è il solo leader politico a cui Conte si è rivolto. A proposito della Costituente di ottobre, in cui il Movimento discuterà del suo futuro, l'avvocato pentastellato ha parlato direttamente al fondatore, Beppe Grillo: "Io non contrappongo la mia posizione personale sul simbolo, sulla denominazione o sul doppio mandato". In questi giorni infatti, il comico aveva chiarito la sua contrarietà a intervenire su quelli che aveva definito pilastri non negoziabili.
"Nessuno deve temere una comunità che discute. Noi dobbiamo lasciare queste paure ad altre forze politiche che sono costruire su personalismi e correntismi. Il principio fondativo a me importa il giusto, a me importa che si realizzi questo recupero dell'entusiasmo e dell'energia vitale di una comunità, che si contrasti l'astensiosnimo e il disimpegno", ha replicato Conte. E a chi parla di scissione, ha risposto: "Ci mancherebbbe. Il processo costituente serve a rilanciare il Movimento, non per operare scissioni. Certo è una discussione senza rete, anch'io mi metto in discussione con la mia stessa leadership".
Caso Boccia-Sangiuliano, Conte: "Dimissioni? Prima valutiamo tutti gli elementi"
Ospite della diretta social di Fanpage.it, il leader del M5S ha commentato la vicenda che vede coinvolto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la sua ‘non-consigliera' Maria Rosaria Boccia. "Abbiamo chiesto al ministro Sangiuliano di riferire immediatamente in Parlamento. Chi ha un incarico pubblico così elevato deve rispondere direttamente ai cittadini e non scrivere sui giornali", è la posizione del leader che però, si riserva "di valutare tutti gli elementi" prima di chiedere le dimissioni.
Anche qui, non è mancata la stoccata a Renzi: "Chiede le dimissioni di Sangiuliano ma i fatti contestati sono meno gravi di quelli che riguardano la Santanchè. Però gli esponenti di Italia Viva l'hanno coperta perché frequentavano il Twiga", ha detto.
Elezioni Usa: "Mai detto di sostenere Trump, no a test di progressismo"
Il leader ha poi voluto chiarire la sua posizione su Donald Trump dopo le discusse dichiarazioni in cui sosteneva che l'eventuale vittoria del candidato repubblicano alle elezioni presidenziali americane non rappresenterebbe un pericolo per la democrazia. "Non ho mai detto che sono a favore di Trump. Siccome nel dibattito pubblico si tende a distorcere quelle che sono le nostre convinzioni: se Trump vince dimocrazia in Usa sarà a rischio? Tutto i turbo atlantisti diranno che non c'è più democrazia negli Stati Uniti?", ha detto.
"Io critico certa sinistra che dice che se vince Meloni non c'è più democrazia in Italia. Dire che se non vince la sinistra non c'è democrazia è un ragionamento che non accetto. Il governo che prende il voto degli elettori è legittimato a governare", ha aggiunto. "Se non appoggi Harris, ti fanno il test di progressismo. Harris ha responsabilità sulla linea usa in medio Oriente. Io sono per misurare la Harris, se dovesse vincere le elezioni, quando imposterà un percorso di pace", ha concluso.