Conte: “Con Draghi non ho fatto pace, il Movimento 5 stelle deve essere ascoltato”
"Pace fatta con Draghi? Assolutamente no". Il leader del M5s Giuseppe Conte, in un'intervista a Porta a Porta che andrà in onda stasera, nega una crisi di governo, ma gela il premier. Il numero uno dei grillini dice di aver "posto questioni politiche con cui mi interrogo con il partito di maggioranza relativa in Parlamento e la popolazione italiana", perché "chiedere che Draghi venga in Parlamento dopo un'emergenza del genere non è irrituale, è un dovere".
Conte dice quindi di non voler far cadere il governo, ma che il Movimento deve essere ascoltato da Draghi e dal resto della maggioranza che lo sostiene. La questione del riarmo, la domanda se gli interessi italiani siano sovrapponibili con quelli di Usa e Gran Bretagna e l'obiettivo che si vuole raggiungere nei confronti con la Russia: sono questi, secondo il leader M5s Giuseppe Conte, le questioni che il premier deve venire a riferire al Parlamento. "Questo conflitto bellico ci sfida – sostiene- ci sono varie questioni che vanno chiarite e risolte. Sicuramente un confronto parlamentare può aiutarci a farlo" anzi "in questo momento è più necessario che mai".
In particolare, sulla questione dell'invio delle armi, Conte spiega che "sulla guerra nel Pd c'è un inizio di riflessione. Io non mi sento isolato, la maggioranza degli italiani è con me: se la Lega di Salvini o altre forze si uniranno a noi io lo auspico fortemente". Secondo il leader grillino questa non sarebbe affatto una posizione elettoralistica, assunta per calcolo.
Conte: "M5s si espanderà, sulla transizione ecologica non scherziamo"
Quanto all'attacco ricevuto da Casaleggio, Conte si dice convinto che il Movimento si espanderà. Quindi boccia l'aumento delle tasse sulle case. "Le pare che il M5s possa permettersi sulla sua pelle che passi una tassazione sulla casa?" domanda retoricamente a Bruno Vespa. Quindi definisce il termovalorizzatore a Roma "il passato", aggiungendo che "sulla transizione non si può pensare che abbiamo scherzato".
Infine sulla legge elettorale il leader grillino spiega che il Movimento si batterà per "un proporzionale, se non lo facciamo rischiamo uno iato di rappresentanza ancora più evidente con gli elettori, una eccessiva frammentazione". Sulla soglia di sbarramento dice: "dobbiamo concordarla con le altre forze politiche", ma "secondo me il 5% potrebbe essere una soglia accettabile".