Conte chiude la polemica sul deputato M5s che voleva Putin in Parlamento: “È una sciocchezza, punto”
Vladimir Putin in collegamento con il Parlamento italiano. Sembrava una provocazione, ma era una proposta seria arrivata da parte del deputato del Movimento 5 Stelle Nicola Grimaldi, che ha chiesto ufficialmente di sentire anche la controparte dopo l'intervento che verrà fatto dal presidente ucraino Zelensky all'inizio della prossima settimana. Inutile dire che si è sollevato un polverone e che oggi è spettato al leader pentastellato, Giuseppe Conte, chiarire la situazione: "Questa proposta la declassifichiamo a sciocchezza, punto, non scherziamo – ha chiosato l'ex presidente del Consiglio a Skytg24 – La linea del Movimento 5 Stelle è chiara, non c'è da discutere ed è condivisa da quasi tutti i parlamentari, eccetto qualcuno che ne ha fatto una questione personale".
Poi Conte ha continuato: "Si può comprendere anche qualche accento personale, però apprezzo quelli che stanno in silenzio e rispettano il lavoro dei colleghi e delle colleghe all'interno del Movimento 5 Stelle". E alla fine si è giustificato, per via dell'alto numero dei deputati e senatori grillini: "Abbiamo 230 parlamentari – ha sottolineato – è chiaro che con decisioni così complesse se li andate a intervistare tutti e 230 ci può essere qualche varietà di accento".
Durissimo, questa mattina su Facebook, l'attacco di Laura Garavini, vicepresidente dei senatori di Italia Viva, che ha scritto: "Due deputati del Movimento 5 Stelle affermano di ritenere giusto e opportuno che oltre a Zelensky il Parlamento italiano ascolti Putin. Credo che alcune esternazioni siano inaccettabili per chiunque, a prescindere dal colore politico". E ancora: "Non si tratta di scegliere da che parte stare in un conflitto, ma di schierarsi a favore della dittatura, contro la democrazia. Qui c’è uno stato che invade e uno che resiste. Mi domando se sia possibile che il partito che esprime il ministro degli Esteri possa schierarsi così apertamente a favore del Cremlino nel silenzio più assoluto dei suoi vertici". E ha concluso: "Queste posizioni sono sempre più intollerabili".