Conte chiude la campagna elettorale: “Siamo ancora qui”. E invoca un negoziato di pace con la Russia
Per il comizio conclusivo del M5s in Piazza Santi Apostoli, storica piazza de centrosinistra e in particolare dell'Ulivo di Prodi, è piena di attivisti e simpatizzanti pentastellati. C'è un grande assente, il Garante Beppe Grillo, che non invia nemmeno un suo video-messaggio ma si limita a far sapere: "L'Elevato c'è. È nella quarta dimensione ma c'è sempre, è presente anche a distanza con l'entusiasmo di sempre al fianco di Giuseppe e di tutta la comunità quantica del M5S! Cuore e coraggio!".
La manifestazione è iniziata con un'ora di ritardo. Si apre con la senatrice Maiorino che attacca Silvio Berlusconi: "Oggi i ventenni vanno su TikTok e trovano un uomo di 85 anni che chiede il voto delle donne, dicendo che è sempre andato a caccia del loro amore, proprio lui che ha sdoganato un comportamento predatorio verso le donne, soprattutto giovanissime". Insieme a Maiorino sul palco un gruppo di ventenni. Dopo gli interventi di alcuni parlamentari è il turno di Giuseppe Conte: "Ci avevano dati per morti. Questa piazza però mi sembra sintomo di buona salute. Ancora una volta si sono sbagliati. Domenica è un momento importante per la nostra comunità nazionale: dobbiamo scegliere e comprendere la portata storica di questo voto".
"Domenica siamo chiamati tutti a decidere se alzare gli stipendi di chi prende 4 euro l'ora: oppure li volgiamo alzare a chi prende 10mila euro al mese? Dobbiamo decidere se abbassare le tasse e detassare le pensioni di chi prende mille euro al mese, o fare come Meloni che ha votato la Fornero. Dobbiamo decidere se la regola sono i contratti a tempo determinato, il jobs act o non invece che la regola siano i contratti a tempo indeterminato", ha detto ancora. "La svolta green la vogliamo solo a chiacchiere o vogliamo approfittare per correre verso il futuro delle rinnovabili?". E poi il tema della guerra in Ucraina: "Il governo dei migliori ci ha detto: ‘volete la pace o i condizionatori?'. La pace è scomparsa dai radar mentre i condizionatori li abbiamo spenti, e non sappiamo ancora se potremo accendere i riscaldamenti".
"Siamo ancora qui, più forti e determinati di prima", ha detto nell'intervento di chiusura, "Giuseppe, Giuseppe", lo acclama la folla. "Non fate così, che poi Repubblica si dispiace", ha scherzato il presidente M5s. "Giuliano Ferrara che non ci ha mai amato ha riconosciuto che siamo stati la vera forza riformatrice di questo Paese. Portare avanti il nostro progetto, realizzare l'80% del programma presentato nel 2018 è costato tanto impegno e tanta fatica. Però è stato qualcosa di rivoluzionario: mai è successo nella storia repubblicana che una forza politica sia riuscita a realizzare l'80% in una legislatura".
"Il Conte 1 è stato difficile, ma ci ha permesso di fare il Reddito di cittadinanza. Poi c'è stato lo Spazzacorrotti e ancora il Decreto Dignità, con cui abbiamo ottenuto 800mila contratti a tempo indeterminati. Ci hanno descritti come il partito dei no ma abbiamo reagito con forza alla tragedia del Ponte Morandi con il modello Genova".
"Abbiamo costretto il Pd a sottoscrivere ‘non più inceneritori', sappiamo cosa è successo. È venuto Draghi e il Pd ne ha approfittato per infilare un progetto di inceneritore qui a Roma. Poi è venuta la pandemia, il trauma più duro che la nostra comunità ha affrontato, dal Dopoguerra a oggi. Siamo stati impegnati notte e giorno, per difendere il nostro tessuto economico produttivo. Non avevamo un libretto di istruzioni, tutto il mondo poi ci ha seguito. Abbiamo salvato 300mila lavoratrici e lavoratori con il blocco dei licenziamenti. Abbiamo fatto cinque variazioni di bilancio, 130 miliardi erogati, con il Conte 2 abbiamo dato una spinta alla ripresa +6,5% di Pil, un record anche questo. Abbiamo dimostrato che le ricette dell'austerità non funzionano. Abbiamo ridotto di 5 punti percentuali il rapporto debito/Pil. Poi c'è stata la grande sfida europea. Ci hanno detto tutti no. ‘In Italia smettetela di sognare a occhi aperti'. Quando c'è qualcuno che lavora per il Paese, anche se non ha il migliore curriculum può succedere che anche i sogni si avverano. Anche i partiti del Conte 2 tutti convintamente ci chiedevano Mes. Avremmo avuto 20-30 miliardi e la partita finiva lì", ha detto ancora Conte.
"Poi sappiamo come è andata. È prevalso il cinismo dei vecchi politici. L'esperienza di Draghi è stata subito difficile, il governo dei migliori ha cancellato il cashback. Dopo un po' è venuta la riforma Cartabia. Questi geni vogliono che dopo due anni i processi penali saltino. Abbiamo ottenuto un compromesso salvando i processi per mafia. Ma rivedremo questa riforma appena avremo di nuovo una responsabilità di governo. A marzo iniziava il caro energia e il governo dei migliori ha chiesto una corsa al riarmo. Abbiamo detto da subito no, tutte le risorse vanno impiegate per aiutare le famiglie. Anche lì non ci hanno ascoltati. Abbiamo scritto un documento per offrirlo al Paese, e altre forze politiche scomparse. E siamo ai giorni nostri. Nel frattempo abbiamo lavorato, abbiamo approvato una meravigliosa Carta dei Principi e dei Valori, è bellissima".
"Poi ci sono dei compagni di percorsi che ci hanno lasciati, le sirene del sistema sono ammalianti, quando iniziano a coinvolgerti nei salotti buoni ti fanno credere che puoi diventare un grande statista, e tu ci credi. Oggi non vogliamo il male di nessuno, buona fortuna a chi è andato via e più forza e determinazione per noi", ha detto Conte riferendosi alla scissione del ministro Di Maio. "Vi vedo molto convinti, molto determinati, è il momento di scegliere, iniziamo dalla politica estera. Ci è stata prospettata una scelta ‘volete la pace o volete i condizionatori?', ma i condizionatori li abbiamo dovuti spegnere e non sappiamo se dovremo riaccendere i riscaldamenti. Come fai a inseguire la distruzione di Putin? Qual è la via d'uscita, dove ci portate? L'unica via d'uscita è un negoziato di pace. Putin non vuole la pace? Pensate che possa chiederla in ginocchio? La pace va costruita".
Conte propone poi la riduzione dell'orario settimanale di lavoro, da 40 a 35 ore nei settori ad alto impatto tecnologico: "Dimostreremo così, noi gli incompetenti, gli incapaci, che aumenteremo la produttività, perché noi vogliamo il benessere dei lavoratori, lavoreremo meglio, produrremo di più".