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Conte chiude all’alleanza con il Pd di Schlein: “Sulla guerra in Ucraina non vedo svolte”

Conte esclude un alleanza organica con Schlein: “Non ci può essere alcuna alleanza con il Pd finché mantiene la sua linea bellicista”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il leader del M5s Giuseppe Conte chiude all'alleanza organica con il Partito Democratico di Schlein, rispondendo così ai tanti inviti al dialogo e alla collaborazione che negli ultimi giorni sono arrivati dalla leader dem, soprattutto all'indomani del flop delle amministrative. "Non ci può essere alcuna alleanza con il Pd finché mantiene la sua linea bellicista". Un accordo oggi sarebbe "fuori luogo".

"Per il modo di fare politica dei 5 Stelle, il tema non è trovare compromessi in un incontro di vertice. A noi interessando i progetti e la direzione di marcia", ha detto ieri il leader pentastellato al Forum in Masseria intervistato da Bruno Vespa. "Con Schlein vedo maggiore determinazione nel Pd verso il salario minimo legale dove noi siamo attestando da tempo. Vedo che si sta smarcando dal Pd renziano del Jobs Act. Io sono ben contento se c'è un percorso per un obiettivo condiviso. Ma va preso anche atto che sulla guerra non vedo svolte. Ci sono ancora dissonanze".

Sulla guerra in Ucraina da parte del Pd, ha aggiunto, "confido che possa esserci una svolta, perché fino adesso il Pd continua sulla linea bellicista, ovviamente quando si tratta di votare concretamente i vari provvedimenti", ha sottolineato a margine della sua intervista a Manduria (Taranto).

Schlein non ha ancora sciolto la riserva sulla sua partecipazione alla manifestazione contro il precariato indetta dal M5s per il prossimi 17 giugno. I due leader non si sono incontrati nemmeno al Pride a Roma due giorni fa: se infatti la leader del Pd ha sfilato al corteo, Conte non ha partecipato per via di "impegni familiari improrogabili".

Botta e risposta con Vespa: "Sono filoputiniano?"

"Mi vuole dare del filoputinano? Cosi' mi offende e offende un intero Movimento": il palco di Manduria, si è trasformato a un certo punto un una sorta di ring tra l'intervistato, Giuseppe Conte e il giornalista Bruno Vespa che lo ha incalzato a piu' riprese sulle posizioni espresse dal presidente del Movimento 5 Stelle sull'Ucraina.

Un botta e risposta in cui l'ex premier non ha rinunciato a richiedere l'aiuto del pubblico. "Dovete applaudire più forte e farvi sentire. Dovete venire alla nostra iniziativa del 17 giugno", sono state le parole del leader pentastellato rivolte alla platea. "Il rischio è di un conflitto nucleare. Il tema è questo da porre al tavolo dei nostri alleati. Questa strategia dove ci sta portando? Ci potete garantire che non avremo un escalation dopo tutte queste forniture di armi? Ci garantite un ombrello antiatomico di copertura? Stiamo entrando noi in guerra. Non sarebbe stato più saggio sedersi a un tavolo di negoziato, che non significa arrendersi, coinvolgendo la Cina e la Santa Sede. Io ho sentito dire che il Papa deve stare a casa sua. Lei ha sentito che Putin non vuole mediare?" ha detto Conte rivolgendosi a Vespa.

"Per lei è irrilevante che un paese sovrano venga invaso?" È la domanda di Vespa. "Così mi offende. Con questa domanda mi offende, perché allora torniamo al filoputiniano? Mi vuole dare del filoputinano? Allora mi offende e offende la posizione politica, strategica geopolitica di un intero Movimento che da subito ha capito per primo quello che sta accadendo. Purtroppo noi stiamo andando incontro a una guerra a oltranza".

"Lei al posto di Zelensky si siederebbe a un tavolo di trattative con 4 aree del paese occupate"? ha chiesto il giornalista. "Zelensky è lì e si sta difendendo, rimane in tuta mimetica e sicuramente sta diventando un eroe per il suo Paese – la risposta di Conte – ma grazie alle nostre forniture. Zelensky non può decidere lui a quali condizioni c'è il tavolo negoziale. Tutti noi lavoriamo per sostenere la sua sovranità territoriale. Sembra che ormai dobbiamo rinunciare al welfare per sostenere le forniture militari".

"Lei sta dicendo che il presidente di uno Stato sovrano non ha titolo di stabilire se la sua sovranità può essere o no compromessa?" ha detto Vespa. "Sto dicendo – sono le parole di Conte – che siccome in guerra indirettamente, ma temo direttamente tra un po', ci siamo anche noi e abbiamo diritto anche di sederci a un tavolo, e non possiamo offrire a Zelensky una cambiale in bianco e permettere che ci dica lui come e quando fare la pace. E a quali condizioni. Questo lo dico in appoggio alla popolazione ucraina".

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