Conte chiede a Draghi di riferire in Aula sull’invio armi all’Ucraina: “Parole Guerini allarmanti”
Si alza il livello dello scontro tra Pd e M5s dopo che il ministro della Difesa Guerini è intervenuto in audizione alla Camera per riferire sulla situazione della guerra in Ucraina e sull'invio di armi da parte dell'Italia a sostegno di Kiev.
"È necessario e urgente quanto invochiamo da giorni: che il premier Draghi e il ministro della Difesa vengano in Parlamento e si confrontino con i rappresenti del popolo", ha chiesto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, intervistato da Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio in onda questa sera su Rete4
"Noi siamo contrari all'invio di armi sempre più letali e offensive – ha ribadito Conte – ma il tema vero è l'indirizzo politico: l'Italia sta partecipando agli aiuti" all'Ucraina, "ma con quali finalità? Quali posizioni fa valere l'Italia con i propri alleati?".
A scatenare la reazione dell'ex premier sono state le parole di oggi del ministro Guerini, il quale ha spiegato le tre ragioni che hanno spinto il governo a non rendere pubblico l'elenco delle armi inviate: "Per non far percepire alla parte russa in termini provocatori questa attività, avendo cura di non enfatizzarne la comunicazione"; "per non rendere note le eventuali vulnerabilità e criticità delle forze armate ucraine" e "perché in certi casi i Paesi produttori di armi hanno chiesto di mantenere la riservatezza".
"Sulla base di quanto indicato dalla legge e in relazione all'evoluzione sul terreno, l'impegno italiano continuerà a supportare l'Ucraina nella sua difesa dall'aggressione russa anche con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile", ha detto ancora il ministro dem in audizione presso le Commissioni riunite Difesa di Senato e Camera. Ed è in particolare questa dichiarazione considerata preoccupante dai pentastellati. Si tratta, ha precisato poi il ministero della Difesa, di munizionamenti a cortissimo raggio funzionali al solo scopo difensivo e per proteggere città e cittadini.
Quello che Guerini ha detto sulle armi per neutralizzare le postazioni russe "mi ha molto preoccupato: significa che siamo disponibili anche a distruggere postazioni russe in territorio russo – ha detto ancora Conte a ‘Dritto e Rovescio' – Però attenzione dobbiamo dare atto che il ministro della Difesa l'ha in parte corretta. Ha fatto una precisazione che ritengo doverosa: non intendeva dire che si colpiscono postazioni russe in territorio russo. Ma questo rende comunque urgente quello che invochiamo da giorni: il premier, oltre che il ministro della Difesa, vengano in Parlamento, dove ci sono i rappresentanti del Popolo che può esercitare i suoi poteri di indirizzo e controllo".
"Oggi il Ministro Guerini ha parlato di armi per "neutralizzare" le postazioni russe. Dichiarazioni allarmanti, tanto da rendere necessaria una precisazione del Ministero a mezzo stampa. Purtroppo continuiamo a sentir parlare troppo di armi e poco di negoziati. Il Governo deve chiarire se stiamo lavorando a un'escalation militare o a un'escalation diplomatica orientata a fermare la guerra", aveva commentato Giuseppe Brescia (M5s) coordinatore comitato sicurezza.
"Siamo inoltre contrari alla posizione espressa dal Ministro, quando dice che i negoziati possono partire veramente solo dopo il cessate il fuoco – ha aggiunto l'esponente pentastellato –. Se aspettiamo l'ultima bomba per negoziare non resterà più niente, sarà solo una carneficina. Al contrario serve oggi più che mai un impegno costante dell'Italia a lavorare 24 ore su 24 per una soluzione diplomatica che fermi la guerra. Come abbiamo già chiesto, il Presidente del Consiglio Mario Draghi deve venire alle Camere a spiegare chiaramente la posizione italiana, anche in vista dei prossimi appuntamenti internazionali".