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Conte avverte il governo: “Il reddito di cittadinanza non si tocca, Draghi deve ascoltarci”

Il leader in pectore del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, lancia un chiaro messaggio alla maggioranza: “Sul Reddito di cittadinanza non permetterò nemmeno che si arrivi a metterlo in discussione. Il reddito di cittadinanza non si discute, al massimo si migliora”. E a Draghi dice: “Il premier e le altre forze politiche devono comprendere che il primo partito in Parlamento risponde agli oltre dieci milioni di elettori che lo hanno votato nel 2018”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Se, da una parte, Giuseppe Conte rassicura sulla tenuta della maggioranza sul tema della riforma della giustizia, dall’altra promette battaglia sul reddito di cittadinanza. Misura che “non si discute”, afferma il leader in pectore del Movimento 5 Stelle in un’intervista a La Stampa. Sul reddito Renzi e Salvini promettono battaglia, ma Conte non si lascia intimorire: “Sulla giustizia ci siamo fatti trovare forse un po' impreparati, perché eravamo in piena transizione e non siamo riusciti a esprimere chiarezza di posizioni. Sul Reddito non ripeteremo lo stesso errore, perché non permetterò nemmeno che si arrivi a metterlo in discussione. Il reddito di cittadinanza non si discute, al massimo si migliora”. L’ex presidente del Consiglio rivendica il ruolo del Movimento: “Il premier e le altre forze politiche devono comprendere che il primo partito in Parlamento risponde agli oltre dieci milioni di elettori che lo hanno votato nel 2018. Ma la responsabilità che ha assunto il M5s appoggiando Draghi non verrà meno in questa fase in cui l'emergenza sanitaria continua e si cominciano a vedere i frutti degli interventi pianificati nel periodo più acuto della pandemia”.

Il Movimento 5 Stelle assicura la sua lealtà quindi: “Mai pensato di causare una crisi di governo”, garantisce Conte. E sulla fiducia alla riforma della Giustizia non ci sono titubanze: “Nel nuovo corso del M5s la presenza compatta sarà la cifra della nostra forza politica. Sulle assenze mi sono espresso ieri: non mi piacciono. Ma la fiducia è assicurata”. Secondo Conte “il chiarimento con Grillo sta dando i suoi frutti. Nessun dualismo. Oggi parte la votazione per il nuovo statuto, se sarà approvato e se poi verrò indicato come leader agirò di conseguenza in una struttura con ruoli e funzioni. Ma chi è nel M5s deve comprendere che può far valere la propria opinione nell'ambito degli organi predisposti e delle assemblee, non mandando veline ai giornali per farsi notare”.

Conte parla anche di correnti interne al Movimento: “Erano già vietate nel precedente statuto. A differenza delle altre forze politiche, noi consentiamo agli iscritti di poter partecipare attivamente alla linea politica. Ieri poi abbiamo avuto un confronto con tutti i gruppi parlamentari in vista della fiducia. Il dibattito, anche acceso, non mancherà mai ma dobbiamo creare le premesse perché i luoghi di discussione poi diventino anche luoghi di sintesi politica. Dopo 19 mesi di transizione il M5s ha bisogno di una leadership chiara, di un indirizzo politico univoco”.

La leadership, secondo l’ex presidente del Consiglio, è “pienamente contendibile. Primo: il leader può essere sfiduciato. Secondo: se perde un appuntamento elettorale significativo si dovrà dimettere. Terzo: è un ruolo che ha una precisa scadenza temporale”. A chi sottolinea come non sempre l’alleanza con il Pd sia andata bene, Conte replica: “Nei fatti il Pd di Enrico Letta si sta dimostrando la forza più attenta alla nostra agenda e più disponibile a costruire un percorso comune. Solo che un'alleanza non si improvvisa. Per il momento accontentiamoci di crearla in quelle città dove ci sono i presupposti, come a Napoli e a Bologna”.

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