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Conte attacca Meloni: “Parla di dittature? Pensi prima a quella che ha avuto in casa”

“Se Giorgia Meloni vuole parlare di dittature venga a parlare della dittatura che abbiamo avuto in Italia, quella sì totalitaria”: lo ha detto Giuseppe Conte, tornando ad attaccare la presidente del Consiglio per alcune affermazioni fatte in Parlamento prima del Consiglio Ue.
A cura di Annalisa Girardi
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Giuseppe Conte torna ad attaccare Giorgia Meloni e le frasi pronunciate dalla presidente del Consiglio a Montecitorio, durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Nello specifico le affermazioni sulle dittature. "Quando parliamo di dittature, parliamo di quella che abbiamo avuto in casa, non basta condannare le leggi razziali", ha detto Conte partecipando al convegno "Guerra o pace? Quali scelte politiche per riportare la pace in Europa".

Alcuni giorni fa la leader di Fratelli d'Italia, rispondendo a chi dai banchi del Partito democratico la accusava di stringere accordi con dittatori africani per impedire le partenze dei migranti, aveva detto di non essere disposta ad accettare "lezioni da chi andava a braccetto con le dittature comuniste, da Castro a Maduro". Ora il leader M5s ha replicato: "Se dobbiamo parlare di dittature venga a parlarci di quelle che abbiamo avuto in casa per prima".

E ancora: "Meloni attribuisce vigliaccamente delle parole alla nostra forza politica. Ma allora attacchi noi, che non abbiamo mai detto di preferire la dittatura alla guerra. Se vuole parlare di dittature venga a parlare della dittatura che abbiamo avuto in Italia, quella sì totalitaria".

Non solo, Conte ha attaccato la presidente del Consiglio anche per la vicenda della riforma del Mes, che la maggioranza non ha alcuna intenzione di ratificare a breve: "Abbiamo una Meloni aggressiva e arrogante in casa in preda al panico su tutti i dossier europei e su tutti i dossier che contano all'estero, a partire dal Mes, a partire dal Pnrr, a partire da tutte le questioni che in questo momento sono strategiche per l'Italia. Se sei indecisa a tutto e non sai che pesci prendere, a quel punto lì non esprimi una strategia, gli amici ti tradiscono, i Paesi fondatori non ti seguono e ti ritrovi condannata all'irrilevanza e all'ininfluenza. Il governo non ha una linea, non c'è una linea Giorgetti o una linea Meloni, c'è la linea di chi non sa che pesci prendere e di fronte a un dossier così importante, di fronte a tutta l'Europa che sta premendo, cercano di prendere e guadagnare tempo".

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