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Contante a 3000 euro, in Italia il partito dell’evasione vince ancora una volta

Alzare il contante, slacciare i controlli e fingere di digitalizzare la fatturazione (che funziona solo, claudicante, per le amministrazioni pubbliche) soffiando fumo e intanto nascondendo la vergogna sotto la cenere cenere. Segnatevelo: chi paga le tasse in questo paese è un coglione.
A cura di Giulio Cavalli
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Qui nel Paese dove non si riesce ad arginare la corruzione, qui nel Paese dove l'evasione fiscale è una pratica sopportata (se non addirittura "caldeggiata") da molti leader di partito, qui nel Paese dove la corruzione viaggia in banconote da cinquecento euro piegate per bene, qui dove ogni legge è spesso solo un ostacolo da aggirare nel modo più elegante, qui in questo Paese e in questo momento Matteo Renzi annuncia di avere accettato la proposta degli alfaniani del Nuovo Centro Destra di innalzare il limite del contante a tremila euro. Esulta ovviamente Alfano che dice "ecco il centrodestra al governo", esultano le miopi associazioni di categoria che ancora credono che le regole siano una costrizione senza sapere che le buone regole sarebbero in realtà delle opportunità e addirittura esulta lui, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi per cui la guerra all'evasione si è conclusa con l'elezione a feticcio di Raffaele Cantone. "I soldi sono comunque tracciati" dice Renzi, quello che ha fatto sloggiare Ignazio Marino dal Campidoglio perché nemmeno su una bottiglia di vino qui ci è concesso davvero di sapere se sia stata pagati da noi o da loro.

C'è una vastissima letteratura sull'attitudine di Forza Italia (in generale di tutto il centrodestra) in questi ultimi vent'anni nel combattere la lotta all'evasione. Ormai è una notizia consolidata che Silvio e i suoi berluschini abbiano voluto coccolare l'idea che deregolarizzare sia il modo migliore per aiutare le imprese: è un'inclinazione chiara che stava nelle promesse elettorali, a chiare lettere. Oggi invece un governo di centro sinistra e il suo capo con l'ossessione del nuovismo ripercorrono quegli stessi passi. Alzare il contante, slacciare i controlli e fingere di digitalizzare la fatturazione (che funziona solo, claudicante, per le amministrazioni pubbliche) soffiando fumo e intanto nascondendo la vergogna sotto la cenere cenere. Segnatevelo: chi paga le tasse in questo paese è un coglione. Chi decide di mantenere una legalità fiscale deve essere capace di imporsi delle regole che ormai stanno fuori anche dall'etica pubblica. Bisogna essere sadomasochisti per non accettare i continui inviti e le periodiche facilitazioni ad essere furbo. Ormai anche essere legalitari è fuori moda, come per i buoni.

Ma la caduta culturale sta tutta nella frase pronunciata dal Presidente del Consiglio questa mattina ai microfoni di RTL: "basta terrore" ha detto Renzi. Il terrore (che è tutto suo) di non riuscire a governare dentro le regole, di non prostituire il consenso all'allentamento della pressione mica con iniziative legislative ma piuttosto con un provvedimento che non serve a niente e a nessuno se non ai furbi. Terrore, ha detto Renzi, trasformando in un minuto un dovere in un fastidioso obbligo scavalcabile. Nessun cambiamento di verso: si procede spediti verso l'Italia depredata dai furbi. Ancora. Ancora di più.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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