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Contagi in Veneto, Puppato: “Zaia poteva introdurre restrizioni: non lo ha fatto e scarica su Conte”

Il Veneto è uscito dalla prima ondata come una Regione modello, ma ora è uno dei territori più colpiti. Da giorni è la Regione che registra il più alto numero di nuovi casi di coronavirus. Abbiamo fatto il punto della situazione con Laura Puppato, ex senatrice del Partito democratico ed ex sindaca di Montebelluna, uno dei centri più colpiti. Oggi Puppato era proprio davanti all’ospedale della cittadina in provincia di Treviso a denunciare che nell’obitorio non ci stanno più le bare e una situazione generale sull’orlo del collasso.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Veneto è alle prese con un picco di contagi di coronavirus che ormai da diversi giorni lo ha reso la Regione con il più alto numero di nuovi casi quotidiani. Nonostante tutto il Veneto è sempre rimasto in zona gialla, anche se il governatore Luca Zaia questo pomeriggio ha incontrato i sindaci dei sette capoluoghi per discutere dell'emergenza e di ulteriori misure. Ieri oltre 4 mila persone sono risultate positive nella Regione: le altre più colpite, come Lombardia, Campania e Piemonte, rimangono intorno a quota mille. Il Veneto è diventato l'epicentro di questa seconda ondata. Il passaggio alla zona arancione o alla zona rossa non tiene solamente in considerazione l'aumento giornaliero di nuovi casi, ma anche una serie di altri parametri, in primis la situazione negli ospedali: negli ultimi giorni, però, la situazione sembra al collasso anche su quel fronte. Fanpage.it ha fatto il punto della situazione con Laura Puppato, ex senatrice del Partito democratico ed ex prima cittadina di Montebelluna, uno dei centri più colpiti.

Questa mattina l'ex sindaca era proprio davanti all'ospedale di Montebelluna, da dove l'opposizione comunale del Partito democratico ha denunciato la gestione dell'emergenza che ha portato il servizio sanitario locale al collasso. "Per la gravità e l'urgenza della situazione abbiamo ritenuto di segnalare la situazione critica che stiamo vivendo. Abbiamo citato il tema delle bare, che hanno visto gli spazi abitualmente dedicati non bastare più, per cui è stato necessario ricollocarle in ambito territoriale. Non è più accettabile procedere così, con una narrazione da parte del presidente Luca Zaia che è contraddittoria. Da giorni dice che bisogna riaprire gli impianti sportivi, ma allo stesso tempo allarma i cittadini dicendo che sono troppo numerosi in giro", afferma Puppato.

Perché il Veneto è in zona gialla?

Puntando quindi il dito contro il governatore leghista, che oggi in un'intervista, parlando dell'emergenza in Veneto, sottolineava che la Regione fosse ancora in zona gialla per una decisione del governo centrale. L'ex senatrice dem replica: "Essendo il Veneto area gialla si ritiene che la situazione non sia per nulla preoccupante. Cosa che ovviamente ha aumentato i contagi. Che sia in zona gialla lo ha deciso Palù che è al ministero della Salute, ma che guarda caso è anche il braccio destro di Zaia e il suo scienziato di riferimento". Puppato chiama anche in causa la questione dell'autonomia, sottolineando come questo tema sia "nella bocca dei politici che governano il Veneto ormai da 15 anni se non di più e tutti lo considerino l'elemento vitale per questo territorio". E aggiunge: "Fa molta specie il fatto che le autonomie che già ci sono, che non sono solo previste dalla Costituzione, ma anche dai diversi Dpcm del governo, direbbero al presidente Zaia che è nelle sue precise facoltà da sempre, ma che è anche un suo diritto e dovere di governatore, laddove vi siano dati preoccupanti dal punto di vista dei contagi introdurre maggior rigore, fino un lockdown regionale".

Puppato accusa Zaia di scaricare il problema su Roma dopo averlo minimizzato per settimane. E sottolineando che anche oggi ci sia parte delle amministrazioni locali che nega che la situazione negli ospedali sia grave. "Se il dato Rt della provincia di Treviso è di 1,9, di che cosa stiamo parlando? Dopo l'1,5 la situazione è fuori controllo. Tutto quello che stiamo vedendo non è che il risultato di un immobilismo e di una narrazione falsata. Zaia ha sempre puntato tutto sulla comunicazione, ma governare è anche altro. Governare è fare quello che fa la Merkel, cioè con i dati in mano capire se si è andato oltre un certo limite e, se il rischio è così alto, provvedere a fare ciò che è necessario. Quando va bene Zaia si prende il merito, ma quando va male (e la seconda ondata per questa Regione sta andando malissimo) allora è colpa di Roma".

La circolare che vieta ai medici di raccontare quello che sta succedendo alla stampa

L'ex senatrice torna quindi a parlare delle criticità riscontrate negli ospedali veneti, di cui la prima è la carenza di personale. Derivata dai focolai che sono scoppiati nelle strutture sanitarie, ma anche da anni e anni di tagli della politica. "I letti in terapia intensiva ci sono, ma questo non garantisce le cure perché non c'è personale. Così non si può tutelare la salute della gente. Ecco perché i medici si stanno ribellando nonostante (e questa è un'altra cosa gravissima che sta accadendo in Veneto) vi siano circolari interne agli ospedali che impediscono ai medici e al personale sanitario di parlare con la stampa. Vietano per iscritto a tutto il personale di comunicare verso l'esterno in modo pubblico. C'è un clima da Corea del Nord che fa paura". Puppato afferma quindi che negli ospedali stia girando una circolare che impedisce a medici e infermieri di raccontare quello che sta succedendo. "Si vieta al personale sanitario di parlare con la stampa se non previa autorizzazione e vaglio della direzione sanitaria. Queste cose non accadono mai per caso. Quando le cose si secretano è sempre perché le cose non vanno. Nessuno ha paura della trasparenza quando tutto funziona, ma quando le cose sono diverse da quello che si sta raccontando".

Puppato attacca quindi l'altissimo consenso ricevuto da Zaia alle scorse elezioni regionali: "Quello che sta accadendo è la prova di un'inadeguatezza al potere che pure ha ricevuto un consenso incredibile, oltre il 70%. Zaia è molto capace dal punto di vista comunicativo, ma ha ben scarsa capacità di governo del territorio. Perché quando si nega l'evidenza, quando non si coglie l'urgenza di provvedere perché la situazione sta degenerando, le responsabilità politiche non sono di Roma, ma di Venezia. E sono gravissime".

Come il Veneto è passato da Regione modello alla più colpita dalla seconda ondata

Secondo l'esponente del Pd il Veneto è passato ad essere una delle Regioni più colpite dalla seconda ondata, dopo essere uscita dalla prima come un territorio modello nella gestione del virus, fondamentalmente a causa di una narrazione falsa. "In primis quella per cui noi facciamo più tamponi degli altri e cerchiamo gli ammalati. Ieri il Veneto ha fatto circa 15.900 tamponi e aveva oltre 4 mila persone positive, cioè più del 25%. Più del doppio della media nazione. Il triplo di Lombardia e Abruzzo che fino a poco tempo fa erano zona rossa".

Puppato sottolinea quindi che durante la prima ondata la situazione in Veneto era gestita dal virologo Andrea Crisanti, "poi puntualmente espulso da Zaia come tutto ciò che gli fa ombra". E prosegue: "Finita l'era Crisanti e finita la prima ondata, Zaia si è preso i suoi voti e poi ci ha lasciato con le sue contraddizioni e le sue narrazioni, di fatto senza una guida. Questa è la tragedia di cui il resto del Paese non si rende conto, semplicemente perché la situazione è stata raccontata in un certo modo e si è sempre voluto credere che il deus ex machina fosse Zaia. Che però senza il sostengo di Crisanti, non ha voluto vedere la situazione. Doveva procedere con maggior rigore, con piccoli lockdown locali in base ai numeri che aveva, come era suo diritto e dovere per l'autonomia che lui già ha. Non doveva chiederlo a nessuno".

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