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Perché per gli italiani all’estero anche stavolta votare sarà un’impresa impossibile

Per la Corte Costituzionale è inammissibile la questione di legittimità costituzionale di varie disposizioni della legge Tremaglia sul voto all’estero per corrispondenza, ma per un errore di percorso.
A cura di Annalisa Cangemi
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Può la legge garantire che il voto degli italiani all'estero sia personale e segreto? Si è svolta questa mattina alla Corte Costituzionale l'udienza pubblica sulla legge Tremaglia del 2001 e le disposizioni sul voto degli italiani all'estero, che avviene per posta. A sollevare la questione di legittimità è stato il tribunale di Venezia, a partire da un ricorso presentato dal consigliere regionale Antonio Guadagnini, presidente del gruppo Siamo Veneto, e da un veneziano residente in Slovacchia, Pier Michele Cellini. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale di varie disposizioni della legge Tremaglia sul voto all'estero per corrispondenza, ma per un errore di percorso.

Al centro del ricorso c'erano appunto i dubbi sulla capacità della legge di garantire davvero che il voto per corrispondenza, disciplinato dalla legge, sia personale e segreto, puntando il dito contro il rischio brogli. Eppure sono tante le irregolarità segnalate in questi 12 anni: "Io stesso ho ricevuto da un amico due schede su cui potrei tranquillamente votare io", ha detto il consigliere regionale del Veneto Antonio Guadagnini. 

L'udienza è stata presieduta dal vice presidente della Consulta, Giorgio Lattanzi. Il giudice costituzionale relatore della causa è stato Mario Rosario Morelli. A rappresentare le istanze dei ricorrenti il professor Mario Bertolissi, mentre Vincenzo Nunziata, vice Avvocato generale, ha difeso la norma a nome della Presidenza del Consiglio. 

La questione, spiega la Corte Costituzionale, era stata sollevata dal Tribunale di Venezia in occasione del referendum costituzionale del 2016. Ma, secondo la Corte, nel contesto di una procedura referendaria è inammissibile chiedere in via preventiva al Tribunale di sollevare la questione di costituzionalità di leggi elettorali. In questo caso, infatti, non esistono i presupposti che giustifichino un tale iter. Difatti, la legge sul referendum, e il successivo regolamento di attuazione, prevedono espressamente che contro le operazioni di voto si possa proporre reclamo davanti all'Ufficio centrale per la circoscrizione estero e che, successivamente, possa intervenire anche l'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, organo legittimato a sollevare l'incidente di costituzionalità. Questo errore di percorso ha impedito alla Corte di entrare nel merito

Gli italiani che votano all'estero sono 4 milioni e 300mila, e sono chiamati a esprimere la loro preferenza in data anticipata rispetto al 4 marzo. Coloro che hanno più di 25 anni ricevono due schede, una per il Senato e una per la Camera dei deputati. Gli under 25 ricevono naturalmente solo quella per la Camera.

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