video suggerito
video suggerito

Consulta in Camera di consiglio: la decisione sul referendum elettorale arriverà tra stasera e domani

Terminata l’udienza a porte chiuse, si attende solamente il verdetto dei giudici. Possibile una bocciatura, ma il comitato promotore continua a sperare.
A cura di Alfonso Biondi
27 CONDIVISIONI
Leader dell'Idv

I giudici della Consulta sono chiusi in Camera di consiglio. L'udienza a porte chiuse è finita, ora non resta che aspettare il verdetto. Questa sera, o al massimo domani mattina, sapremo finalmente se tra il 15 aprile e il 15 giugno i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per modificare o abrogare il cosiddetto "Porcellum", la legge ideata dall'ex Ministro leghista Roberto Calderoli e varata nel 2005 dal governo Berlusconi. Attorno al pronunciamento della Corte c'è grandissima attesa, ma le indiscrezioni che la precedono sembrano non sorridere ai comitati promotori: i giudici, infatti, sembrano orientati a bocciare la possibilità di un referendum elettorale.

Il pericolo di votare in maniera favorevole alla possibilità di un referendum lo sintetizza "una toga" in una breve dichiarazione riportata da Repubblica.it lo scorso 5 gennaio: "Tutta la giurisprudenza della Corte– sottolinea il giudice- è sempre andata in un'unica direzione: non decidere in modo da lasciarsi alle spalle un vuoto normativo. In materia elettorale poi, la questione già di per sé delicata, diventa delicatissima. In Italia le leggi elettorali sono costituzionalmente protette, il Paese non può restarne senza. Si potrebbe votare domani, e una legge dev'esserci". Ma la pressione della gente, di quel milione e 200mila firme raccolte dal comitato promotore non può lasciare indifferente. A favore del referendum si sono schierate anche diverse forze politiche, a partire da Di Pietro e Vendola per giungere a gran parte del Partito Democratico . E cento giuristi sottoscritto la piena ammissibilità della consultazione.

Se la Corte Costituzionale dovesse dar il via libera alla consultazione referendaria, i cittadini saranno chiamati alle urne tra il 15 aprile e il 15 giugno di quest'anno, a meno che il Parlamento non vari una nuova legge elettorale. Ma anche su questo punto le difficoltà non mancherebbero: se, infatti, è chiaro che "la legge porcata", come la definì proprio Calderoli, non trova più consensi tra le forze politiche, è altrettanto chiaro che plasmare una nuova legge che metta d'accordo le varie fazioni non sarà cosa facile e, soprattutto, non sarà cosa breve.

Un'attesa carica di tensione

Vincenzo Palumbo, avvocato che ha rappresentato il comitato nell'udienza davanti alla Consulta, ha detto di aspettarsi "che la Consulta prima di dirci un eventuale ‘no' ci pensi almeno un milione e duecentomila volte, tanti quanti sono stati i cittadini che chiedono di cambiare il Porcellum". Antonio Di Pietro, uno dei politici più attivi sul fronte referendum, ha scritto su facebook: "Mi auguro che la Corte Costituzionale permetta ai cittadini di farlo questo referendum. Stiamo chiedendo di dare la parola agli elettori perchè possano scegliere chi mandare in Parlamento e, soprattutto, chi mandare a casa". Sempre su facebook, il leader dell'Italia dei valori aveva parlato di un "referendum di cui alcuni partiti avrebbero fatto volentieri a meno, per rilanciare il proporzionale o addirittura tenersi questo porcellum".

Enrico Letta (Pd), in un'intervista rilasciata al Sussidiario.net, afferma che qualunque sia la decisione della Corte Costituzionale, la legge elettorale sarà un argomento sul quale bisognerà per forza di cose confrontarsi: "Una riforma di questo tipo- ha sottolineato Letta- andrà portata avanti a prescindere dalla decisione della Consulta. Per questo dico, attendiamo il verdetto della Corte, ma impegniamoci a cambiarla insieme, fin da subito". Grande mobilitazione anche su Twitter, dove l'hashtag #Consulta è tra i dieci più utilizzati dagli utenti italiani.

27 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views