Consip, rinviato a giudizio l’ex ministro Lotti (Pd): a processo anche Del Sette
L’ex ministro dello Sport ed esponente del Pd, Luca Lotti, è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma, Clementina Forleo, per il caso Consip. Insieme a lui è stato rinviato a giudizio anche l’ex comandante dei carabinieri Tullio Del Sette. Il giudice ha fissato l’inizio del processo per il prossimo 15 gennaio. Prosciolto da tutte le accuse, invece, Giampaolo Scafarto, attualmente assessore alla Legalità a Castellammare di Stabia, e ai tempi maggiore del Noe. Proscioglimento anche per il colonnello Alessandro Sessa. Il rinvio a giudizio, invece, è stato disposto nei confronti del generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, dell’imprenditore Carlo Russo e del presidente della società Publiacqua Filippo Vannoni. Nell’ambito dell’indagine sul caso Consip, quindi, sono cinque le persone che andranno a processo. Lotti è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento, mentre Del Sette per rivelazione del segreto d’ufficio.
Per quanto riguarda le accuse formulate, per l’ex ministro Lotti rimane in piedi quella di favoreggiamento, mentre per l’ex comandante dei carabinieri si tratta di rivelazione del segreto d’ufficio. Il generale dell’arma, Emanuele Saltalamacchia, è accusato di favoreggiamento. L’imprenditore Carlo Russo andrà a processo per millantato credito, mentre Filippo Vannoni per favoreggiamento. Scafarto, che è stato prosciolto, era accusato di rivelazione del segreto, falso e depistaggio. Stessa accusa, quest’ultima, decaduta anche nei confronti di Sessa. In particolare il procedimento per cui è stato disposto il rinvio a giudizio di cinque persone è legato al filone di indagine relativo alla fuga di notizie sul fascicolo aperto dai pm di Napoli sul maxi-appalto Consip.
Lotti: affronterò tutto a testa alta
Arriva immediato il commento di Luca Lotti sul rinvio a giudizio nei suoi confronti, attraverso un post su Facebook: "Oggi, 3 ottobre 2019, il Giudice per le udienze preliminari ha deciso che dovrà esserci un processo per accertare definitivamente la verità dei fatti – scrive l'ex ministro –. Il reato di cui devo rispondere è favoreggiamento di un ‘non indagato'. Come ho fatto finora, affronterò tutto questo a testa alta. Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei Tribunali e non sui giornali. Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza". "Da parte mia, sia chiaro, non c'è rabbia o rancore per nessuno, neanche verso chi si è divertito a sbattere ‘il mostro in prima pagina' senza assumersi nessuna responsabilità", scrive ancora Lotti.