Consip, M5s deposita mozione di sfiducia a Lotti e fa pressing su Grasso: “Subito in Aula”
"La mozione di sfiducia al ministro dello Sport Luca Lotti è stata depositata e ora deve andare subito in Aula ed essere messa ai voti. Per questo abbiamo inviato una lettera al Presidente del Senato Pietro Grasso, invitandolo a convocare il prima possibile la Conferenza dei Capigruppo per poter chiedere, in quella sede, che la mozione venga calendarizzata in Aula il prima possibile". Con un intervento sul blog della capogruppo al Senato Michela Montevecchi, il Movimento 5 stelle preme per la calendarizzazione della mozione di sfiducia a Lotti a "entrambi i rami del Parlamento", annunciata ieri, mentre è in corso l'interrogatorio a Tiziano Renzi.
Nel testo della mozione, pubblicato dall'Ansa, si legge che "ferme restando le eventuali responsabilità che dovranno essere accertate in sede giudiziaria, i fatti indicati minano fortemente la credibilità del Ministro e pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere liberamente le delicate funzioni alle quali è chiamato, nonché sull'opportunità della sua permanenza a ricoprire una carica governativa di primo piano e di piena rappresentanza politica".
In un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, il M5s scrive che il "ministro dello Sport, Luca Lotti, non deve rimanere al Governo un minuto di più" e sfida "i rappresentanti dei cittadini presso le Camere" a "votare la nostra mozione e a sfiduciare Lotti".
La vicenda Consip, in cui il ministro dello Sport è indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto, in quanto avrebbe avvertito i vertici Consip dell’inchiesta, fra cui l’ad Luigi Marroni, pone un serio e grave ostacolo alla sua permanenza al governo, anche alla luce dell’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo, che ha svelato un inquietante quadro fatto di oscuri intrecci fra membri del giglio magico, affari e politica, all’insegna di probabili pressioni e di probabili ricatti. Le indagini della magistratura faranno il loro corso, e accerteranno eventuali reati, ma il quadro dell’entourage di Matteo Renzi che ne esce è impietoso e imbarazzante, un quadro tipico della Prima Repubblica. Infatti sono coinvolti, a vario titolo, oltre a Lotti, il padre, Tiziano Renzi, poi colui che l’ex premier voleva come padre costituente, Denis Verdini, da poco condannato in primo grado per il crac del credito cooperativo, il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, quello della Regione Toscana, Emanuele Saltalamacchia, e l’imprenditore farmaceutico, amico della famiglia, Carlo Russo. Delle due l’una: o Renzi non sa scegliere i propri amici, finanziatori e collaboratori più stretti, oppure, cosa ben peggiore, sa bene di chi si circonda.
Per il M5s "una cosa è certa: Renzi ancora non ha confermato se era stato messo a conoscenza dell’inchiesta, come avrebbe fatto mettere a verbale il suo amico Filippo Vannoni, sentito dai magistrati che portano avanti il filone napoletano dell’inchiesta. Vannoni, consulente del governo per le politiche economiche, nonché presidente di Publiacqua, la società partecipata del comune di Firenze che gestisce il servizio idrico, alla cui guida fu messo proprio dal sindaco Renzi, non è stato mai smentito dal suo dante causa, né querelato. Inoltre, in un’intercettazione, l’imprenditore Alfredo Romeo, ora in carcere con l’accusa di corruzione,, avrebbe affermato di aver raggiunto ‘i livelli politici più alti'. La domanda sorge spontanea: Renzi sapeva dell’inchiesta? Nel caso affermativo, perché ha taciuto?"
La Lega Nord ha già annunciato che voterà la mozione di sfiducia M5s al ministro Lotti . Lo ha detto Matteo Salvini rispondendo ad una domanda nel corso di Agorà, su Rai3: "Sì, la voteremo. Ma non è una sfiducia contro una persona, ma un modo per chiedere di andare a votare prima possibile".