Consiglio dei Ministri approva il decreto Milleproroghe, scontro su concessioni autostradali
Il Consiglio dei ministri ha approvato con la formula "salvo-intese" il decreto Milleproroghe. Il Cdm ha approvato anche il decreto sulle intercettazioni. La riunione è andata avanti per circa sette ore. Tra le norme contenute nel decreto c’è anche quella in base alla quale, in caso di revoca, decadenza o risoluzione di concessioni di strade o autostrade, in attesa di individuare un nuovo concessionario, la gestione delle tratte può passare all’Anas. Al concessionario è dovuto il valore delle opere realizzate, penali e altri costi da sostenere in conseguenza dell'estinzione del rapporto, a meno che lo stop alla concessione sia per suo inadempimento. Nella nuova bozza del Milleproroghe, inoltre, salta di nuovo la norma "per assicurare la continuità" delle funzioni dell'Autorità nazionale anticorruzione. Tra le proroghe, il governo prevede di concedere anche il prossimo anno il bonus fino a 3000 euro per chi rottama motorini Euro0-Euro3 per acquistare mezzi ibridi o elettrici. Confermati, al momento, il rinvio al 2022 della fine del mercato tutelato dell'energia e lo stop agli aumenti dei pedaggi autostradali di inizio anno.
Italia Viva non vota le norme su concessioni autostradali e innovazione digitale – Per quanto riguarda la norma sulle revoche delle concessioni autostradali del Milleproroghe la delegazione di Italia Viva in Consiglio dei Ministri ha fatto mettere a verbale il suo no alle norme sul tema contenute nel dl. “Come abbiamo chiarito più volte, siamo laici rispetto al tema delle concessioni autostradali. Ma come in tutte le scelte pretendiamo serietà: di fronte all'ipotesi di revoca delle concessioni, va studiata una soluzione realmente percorribile e che garantisca il Paese”, ha spiegato il deputato di Italia Viva Luciano Nobili. “Di certo la soluzione non passa per un comma del Milleproroghe spuntato all'ultimo momento – ha aggiunto il parlamentare -. Se il tema è revocare la concessione di Autostrade per la vicenda del ponte Morandi se ne discuta con la maggioranza e poi si porti la questione in Parlamento”. Sempre in Cdm, rende noto il ministro Dario Franceschini, "non c’erano le condizioni per approvare il Piano per l’Innovazione digitale. C’è bisogno di un approfondimento e le norme, frutto di un’intesa nella maggioranza, potranno essere inserite in un emendamento in sede di conversione del decreto".