Congresso Lega, Meloni manda video, ma sul ritorno di Salvini al Viminale non un fiato. Il ministro: “A disposizione”

La premier Giorgia Meloni, come era stato preannunciato, non ha preso parte in presenza al congresso della Lega, che si è svolto a Firenze nelle giornate di ieri e oggi, 5 e 6 aprile, e che ha confermato segretario Matteo Salvini. La premier ha mandato un lungo video messaggio registrato di saluto.
"Un congresso non è mai una perdita di tempo, è sempre un grande esercizio di democrazia, ed è ciò che rafforza e rende un partito vivo, vitale, dinamico. Celebrarlo mentre si è al governo vuol dire che le responsabilità istituzionali non ci hanno ‘distratto' dall’ascolto dei nostri elettori, della gente e dei territori. E non ci hanno allontanato da chi ci sostiene, da chi ci dà la forza di proseguire in questo cammino. Un cammino entusiasmante, nella sua difficoltà, a tratti fisicamente molto impegnativo, che però ci ha permesso di entrare pochi giorni fa nella lista dei cinque governi più duraturi della storia Repubblicana. E, fatto ancora più importante, dopo due anni e mezzo di governo, noi possiamo contare ancora sul consenso della maggioranza degli italiani", ha esordito la premier, che rivendica ancora una volta l'unità della maggioranza.
"La nostra coesione e la nostra compattezza ci hanno dato la forza di costruire una visione di sviluppo per l’Italia, di restituirle quell’autorevolezza, quella centralità internazionale che per troppi anni le sono state negate, di mettere in cantiere le grandi riforme che la Nazione aspetta da decenni e che gli italiani ci hanno chiesto di realizzare. Programma che intendiamo rispettare punto per punto, perché è esattamente questo che ci differenzia dai nostri avversari, che ci differenzia dalla sinistra: noi condividiamo la stessa visione del mondo e siamo al governo per rispettare gli impegni presi con i cittadini".
Meloni contro la Ue: "Riveda il Green Deal, quelli sono i veri dazi"
Un altro passaggio del video è dedicato ai dazi imposti da Trump: "Torneremo a chiedere con forza all'Europa di rivedere con forza le normative ideologiche del green deal e l'eccesso di regolamentazione in ogni settore, che oggi costituiscono dei veri e propri dazi interni che finirebbero per sommarsi in modo insensato a quelli esterni", ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Ne avremmo felicemente fatto a meno, ovviamente – ha proseguito – però io sono convinta che gli italiani si sentano rassicurati dal fatto che alla guida dell'Italia ci sia questo governo in questo momento. Nessuno di noi è perfetto, abbiamo sbagliato molte volte e sbaglieremo ancora, però i cittadini sanno che su di noi potranno sempre contare perché l'unica cosa che ci interessa è fare l'interesse dell'Italia e degli italiani".
Il nuovo attacco alla magistratura sul decreto Sicurezza
Il congresso della Lega è anche l'occasione per la rilanciare la riforma della Giustizia, con la separazione delle carriere, tanto criticata da gran parte dell'Anm. "Siamo al governo per lavorare, per essere al servizio degli italiani, per fare ciò che nessun altro ha avuto il coraggio e la forza di fare in tanti anni – ha detto Meloni – Ecco perché andremo avanti, pancia a terra, fino alla fine della legislatura, per costruire col premierato un sistema politico stabile e rimettere in capo ai cittadini la scelta su chi debba governare, per liberare con la riforma della giustizia la magistratura dalle correnti politicizzate, per garantire con l’autonomia differenziata gli stessi livelli delle prestazioni a tutti i cittadini, a prescindere dalla regione nella quale vivono. E continueremo a difendere i confini e a combattere l’immigrazione illegale di massa, proseguendo con quel lavoro – paziente, quotidiano ma determinato – che ci ha consentito di ridurre drasticamente gli sbarchi sulle nostre coste".
"Non arretreremo di un millimetro sulla sicurezza. Siamo e saremo sempre al fianco delle nostre Forze dell’Ordine, come abbiamo fatto finora. Abbiamo aumentato uomini e mezzi, abbiamo sbloccato i contratti fermi da anni e previsto, nel decreto sicurezza una tutela legale per i nostri agenti di polizia e i nostri militari che dovessero essere indagati o imputati per fatti inerenti al loro servizio, cioè mentre stanno compiendo il proprio lavoro. Lo Stato sosterrà le loro spese legali, fino ad un massimo di diecimila euro per ogni fase del procedimento. È una norma sacrosanta che le nostre forze di polizia aspettavano da molto tempo, e che questo Governo rivendica con orgoglio".
Meloni ha voluto così rispondere anche all'Anm, che ieri aveva commentato il nuovo decreto Sicurezza, che ha assorbito gran parte delle norme contenute nel dl Sicurezza che era all'esame del Senato, e lo ha svuotato di fatto. Parodi aveva bocciato in toto il nuovo provvedimento, approvato venerdì dopo una serie di limature apportate su alcuni punti, a partire dai rilievi del Colle, in particolare sul carcere per le donne in gravidanza e sul divieto di comprare una sim telefonica per i migranti irregolari. Nonostante le modifiche, l'Associazione magistrati, che incontrerà il ministro della Giustizia Carlo Nordio il 15 aprile, ha definito quello contenuto nel decreto sicurezza un "messaggio inquietante".
"Questo decreto – ha detto il segretario generale del sindacato Rocco Maruotti – sembra avere solo un duplice obiettivo: da un lato, creare nella collettività un problema che non esiste", perché "non mi pare che ci sia alcun allarme sociale o alcuna questione emergenziale legata all'ordine pubblico".
Meloni rivendica i risultati sull'occupazione e ricorda Berlusconi: "Sarebbe fiero"
"Continueremo a lavorare per costruire un fisco più leggero ed equo combattendo la vera evasione, e soprattutto per mettere le nostre imprese nelle condizioni di creare sviluppo e i nostri lavoratori di avere occupazione di qualità", ha detto ancora la premier. "Abbiamo giurato al Quirinale il 22 ottobre del 2022 e da quel giorno in Italia è stato creato un milione di posti di lavoro in più – ha aggiunto -. Ci tengo a ricordarlo, perché penso che Silvio Berlusconi, che del milione di posti di lavoro in più creati in una legislatura aveva fatto una battaglia prioritaria, sarebbe fiero di sapere che il governo che ha contribuito a far nascere ha raggiunto quel traguardo in appena due anni e mezzo".
Salvini si rivolge a Meloni: "Io a disposizione per il Viminale"
Durante il congresso in tanti hanno chiesto un cambio al vertice del ministero dell'Interno, con un passo indietro di Matteo Piantedosi – per il quale potrebbe profilarsi una candidatura in Campania per le elezioni regionali in autunno – e un ritorno di Salvini alla guida del dicastero. Matteo Salvini non vuole alimentare alcuno scontro, ma si dice pronto al rimpasto: "Matteo Piantedosi è un amico ed è un ottimo ministro. Questo è un congresso di partito. È mio dovere ascoltare quello che i sindaci e gli elettori ci chiedono" e di quello che mi chiedete "con serenità parlerò sia con lui che con Giorgia Meloni", ha detto il leader della Lega a Firenze. "Sono a disposizione dell'Italia e della Lega", ha aggiunto. Ma Meloni nel suo messaggio non ha commentato la richiesta di questo cambio al vertice del Viminale, e non si è pronunciata.
"Ringrazio non l'alleata ma l'amica Giorgia Meloni per il messaggio che ha mandato al nostro congresso. Autonomia e premierato vanno avanti insieme, mano nella mano", ha detto il leader della Lega nel corso del suo intervento al congresso, subito dopo il messaggio della presidente del Consiglio.