Congiunti, Renzi attacca Conte: “Chi deciderà quali sono gli affetti stabili? Maria De Filippi?”
Matteo Renzi torna ad attaccare Giuseppe Conte per la gestione dell'emergenza coronavirus. Il leader di Italia Viva, partito che fa parte del governo con due ministre, all'Agricoltura e alla Famiglia, questa volta punta il mirino sulla questione degli "affetti stabili" che è diventata centro delle perplessità (e delle polemiche) degli italiani dopo quella di "congiunti". Nel nuovo decreto annunciato domenica sera dal presidente del Consiglio, infatti, si stabilisce che dal prossimo 4 maggio, pur rimanendo in vigore la maggioranza dei limiti agli spostamenti che hanno caratterizzato il lockdown, i cittadini potranno uscire di casa per andare a fare visita ai loro congiunti. Una formula che includeva semplicemente i parenti e che aveva sollevato molte critiche dal momento che, come facevano notare in molti, nell'Italia del 2020 sono molte le coppie che decidono di non sposarsi.
Conte si era quindi affrettato a chiarire che tra i congiunti fossero anche compresi i fidanzati e le compagne: tutti coloro, in altre parole, che potessero essere definiti come affetti stabili. Anche questa definizione, tuttavia, lascia spazio a parecchi interrogativi e interpretazioni. "Non siamo uno Stato etico dove i vigili chiedono se la persona che stai per vedere è una fidanzata stabile o saltuaria. Ma saranno fatti tuoi? Qui siamo alla follia! Mettiamo Maria De Filippi a decidere se la relazione è stabile?", ha attaccato Renzi in un'intervista a Repubblica.
L'ex presidente del Consiglio ha quindi accusato il governo di paternalismo, "mettendo il naso nella vita della gente". Non solo: Renzi ha anche denunciato che si stia calpestando la Costituzione attraverso il continuo ricorso al Dpcm. Invece, afferma Renzi, il testo andrebbe portato in Parlamento. E afferma che il governo abbia compiuto una serie di errori dal punto di vista politico, economico e costituzionale lasciando il potere che dovrebbe spettare alla politica a un comitato tecnico-scientifico. Sulla sua pagina Facebook il leader di Italia Viva rincara la dose: "Il decreto firmato da Conte non è un decreto legge emendabile in Parlamento ma una sua decisione. La rispettiamo perché lui è il premier, ma non condividiamo".