Congedo parentale, come cambia la norma con la manovra e chi può chiederlo
Meloni è stata chiara fin dall'inizio: gli aiuti alle famiglie sono una delle priorità del suo governo. Allargare i sostegni da un lato, incentivare a fare figli dall'altro. Soprattutto in un periodo storico che – come conferma l'Istat – continua a segnare un calo delle nascite. La legge di Bilancio uscita dal Consiglio dei ministri ormai un mese fa, però, prevedeva un allargamento del congedo parentale di un mese con una clausola: sarebbe valso esclusivamente per le donne. Dopo settimane di polemica, alla fine, è arrivata la rettifica dello stesso governo: nel pacchetto di emendamenti presentati ieri sera dal ministro Giorgetti, infatti, c'è anche l'estensione del mese in più di congedo parentale anche ai papà.
"Abbiamo previsto l'aumento all'80% dell'indennità del congedo parentale ricondotta ai genitori in via alternativa", ha ricapitolato il ministro Giorgetti ieri sera. Poi ha aggiunto, parlando della richiesta – arrivata a gran voce anche dall'interno della maggioranza di governo – di estendere il mese in più anche ai papà: "Abbiamo raccolto questa sensibilizzazione eliminando questa incongruenza". Insomma, l'esecutivo ha sostanzialmente bollato la discriminazione di genere prodotta nella prima versione della manovra come "incongruenza" e ha deciso di intervenire. Perciò, se l'emendamento – come è praticamente scontato – dovesse passare durante il voto parlamentare, il congedo parentale sarà esteso a entrambi i genitori.
"Il governo ha accolto le nostre proposte sull'aumento del sostegno alle famiglie, pilastro fondamentale della nostra società, soprattutto in questo momento – ha esultato il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, che si era speso a lungo e in prima persona per l'estensione del congedo parentale – Grazie al nostro impegno sarà aumentato il congedo parentale e sarà possibile estenderlo a entrambi i genitori, quindi anche ai padri, e aumenta anche l'assegno unico per le famiglie numerose".