Confidustria chiede di accelerare su nucleare: “Indipendenza energetica questione di sicurezza nazionale”
Si è tenuta questa mattina all'Auditorium Parco della Musica di Roma l'assemblea pubblica di Confindustria, la prima dopo l'elezione del presidente Emanuele Orsini, avvenuta lo scorso maggio. All'evento ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che è intervenuta dal palco. "Propongo al presidente Orsini di vederci da subito, perché c'è tanto lavoro da fare con la legge di Bilancio, per cui cerchiamo di organizzare il prima possibile. Da noi avrete sempre un confronto leale e regole certe, su questo potete avere la massima garanzia", ha aggiunto la premier.
Hanno preso parte all'assemblea anche i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, la ministra del Lavoro Marina Calderone, il Guardasigilli Carlo Nordio, il responsabile dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani, la titolare dell'Università Anna Maria Bernini. In sala anche la segretaria del Pd Elly Schlein, il segretario di +Europa Riccardo Magi, il leader di Azione Carlo Calenda e il leader Noi moderati Maurizio Lupi, oltre al sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
L'intervento del presidente di Confindustria Emanuele Orsini
"Noi e i sindacati abbiamo tanto da fare insieme, e noi siamo pronti ad avviare un confronto", ha detto Orsini, nel corso del suo discorso. "Su una questione ci siamo ripromessi da subito di fare tutto quello che è in nostro potere per contenerla, ridurla, abbatterla. Ed è mia ferma convinzione andare fino in fondo. Parlo degli infortuni sul lavoro, una catena tragica di vite spezzate, di persone strappate alle proprie famiglie, ai propri affetti mentre lavoravano per dare loro una prospettiva migliore", ha sottolineato il presidente.
"Noi e i sindacati dobbiamo fare in modo che questa catena di lutti per le famiglie e per le aziende si fermi. Dobbiamo istituire un tavolo permanente di monitoraggio e di verifica delle normative di sicurezza", ha spiegato Orsini.
‘In questi ultimi mesi, il nostro sistema ha capovolto la prospettiva basata sull'aggravamento delle sanzioni a morti avvenute. Ha proposto invece un nuovo patto per la sicurezza nei cantieri, un accordo condiviso preventivo degli incidenti. Un patto che introduca nuove regole per l'ammissione alle gare pubbliche di opere e costruzioni, che elevi l'asticella dei requisiti minimi di sicurezza, per impedire a troppe microimprese occasionali di essere ammesse nella sequela dei subappalti a catena".
Il presidente Orsini contro il salario minimo
Ricordando il "nodo delle retribuzioni", Orsini ha ricordato poi che Confindustria prevede nelle sue qualifiche contrattuali "retribuzioni ben più elevate del salario minimo per legge di cui si parla. Noi difendiamo il principio che il salario, in tutte le sue componenti, si stabilisca nei contratti, nazionali e aziendali, trattando con il sindacato. Al sindacato diciamo che è tempo di un'azione comune per contrastare i troppi contratti siglati da soggetti di inadeguata rappresentanza. È tempo di unire le forze per indicare una via diversa ai troppi settori in cui convivono salari incongrui e irregolarità fiscali e contributive".
"Rendere permanente il taglio del cuneo fiscale"
"Il taglio del cuneo fiscale va reso permanente: poiché se le retribuzioni sono al di sotto della media europea il costo del lavoro è più elevato", ha detto ancora Emanuele Orsini, nel corso del suo intervento all'assemblea annuale. "Gli imprenditori e le imprese, nel libero mercato, nella concorrenza e nella trasparenza, sono il grande motore dello sviluppo e della crescita"- Questo, secondo il presidente "deve essere il nostro punto di partenza".
Confidustria chiede di accelerare sul nucleare
"Siamo convinti che il ritorno al nucleare sia strategico", ha affermato il presidente di Confindustria. "Tutti noi abbiamo imparato che l'indipendenza energetica è questione di sicurezza nazionale. Allora perché tutti insieme non appoggiamo il nucleare di ultima generazione, invece di continuare a rifornirci a prezzi crescenti dalle vecchie centrali nucleari francesi?", ha domandato il presidente. "Sì, nel nuovo piano energetico se ne parla. Ma sappiamo tutti che, se cominciassimo oggi, ci vorrebbero almeno dodici anni per poterlo utilizzare. Non possiamo perdere altro tempo".
Un passaggio poi sul ponte sullo Stretto di Messina, che Orsini considera "imprescindibile": "La connessione del Ponte sullo Stretto ad un adeguato sistema ferroviario e stradale è imprescindibile: bisogna dar seguito a tutti gli investimenti che sono stati previsti".
Poco dopo la dichiarazione del presidente di Confindustria è arrivato il commento di Matteo Salvini: "Grazie al Presidente Orsini per le parole coraggiose, in particolare sul ponte sullo Stretto e sul nucleare. Finalmente si cambia, le idee e i progetti della Lega vengono abbracciati da tanti", ha detto il vicepremier leghista.
Meloni cita Draghi e attacca "l'approccio ideologico sul Green Deal"
"Sono d'accordo con Orsini, lo ringrazio per essere stato molto chiaro su questo, sui risultati disastrosi frutto di un approccio ideologico del green deal europeo: decarbonizzazione al prezzo di deindustrializzazione, ha detto, è una debacle. È così", ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo all'assemblea generale di Confindustria. "Lo vogliamo dire che è non intelligentissima come strategia? E lo diciamo perché siamo amici dell'Europa e vogliamo difendere la capacità industriale europea. Le persone amiche dell'Europa devono avere il coraggio di dire le cose che non funzionano", ha aggiunto Meloni.
Secondo la premier occorre invece "accompagnare il tessuto produttivo nella sfida della transizione ecologica non può voler dire smantellare interi settori. L'addio al motore endotermico nel 2035 è uno degli esempi più evidenti di questo approccio autodistruttivo".
"Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell'Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungere, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei, e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare", ha sottolineato ancora Meloni.
Per quanto riguarda la crescita economia Meloni è convinta che si possa fare "qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione: continuo a ritenere che il +1% del Pil sia a portata di mano soprattutto dopo i primi due trimestri, ogni trionfalismo sarebbe infantile ma non era scontato dopo anni trascorsi in fondo alle classifiche".