Condanna Lucano, il pm: “Umanamente dispiaciuto”. Il legale dell’ex sindaco: “Sentenza ingiusta”

"Umanamente, mi dispiace molto. Vivo un conflitto interiore, come persona e come magistrato": sono le parole pronunciate da Michele Permunian, il pm nel processo Xenia che ha visto l'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi. "Comprendo il peso di una pena del genere: quando ho chiesto 7 anni e 11 mesi, sapevo che c'era il rischio di una condanna più alta. Qui ci sono varie forme di peculato, truffa aggravata a danno dell'Unione europea. E poi è stata riconosciuta l'associazione a delinquere con altre 4 persone", ha detto in un'intervista a Repubblica.
Il pm racconta poi di aver sentito molto la responsabilità, a livello umano, per il risultato attuale del processo: "Anche ora non nascondo che mi dispiace. Ma il mio lavoro è anche questo. Devo essere autonomo e indipendente. Fortunatamente ci sono tre gradi di giudizio, se ho sbagliato emergerà". Per poi sottolineare, parlando della reazione dell'opinione pubblica, come si tratti di un processo "molto tecnico" per cui "quei 13 anni vengono percepiti come assurdi e sproporzionati, ma non c'è volontà di conoscere le carte".
Il legale di Lucano, Giuliano Pisapia, invece da parte sua, sempre in un colloquio con Repubblica, ha definito la sentenza "inaspettata e ingiusta" perché se è vero che "Lucano ha ammesso di aver fatto errori di carattere amministrativo (che però eventualmente riguardano il Tar o la Corte dei conti e non hanno rilevanza penale)", allo stesso tempo "da sindaco non ha preso un euro". Pisapia ha quindi ricordato che "lo stesso pm ha modificato l'accusa da vantaggio economico personale a vantaggio di carattere politico". L'avvocato quindi ha concluso: "Continuerò a impegnarmi al suo fianco in appello per arrivare a ribaltare l'esito".