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Concessioni balneari, cosa vuole fare il governo per evitare le sanzioni Ue

Entro il 16 gennaio il governo deve rispondere all’Europa sul tema dei balneari. Il ministro Ciriani ha detto che il governo punta a “una soluzione normativa compatibile con le peculiarità della realtà italiana e, al tempo stesso, con il diritto dell’Unione europea”.
A cura di Annalisa Cangemi
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A giorni l'Italia dovrebbe dare risposte alla Commissione europea sul rispetto della direttiva Bolkenstein sulle concessioni balneari. A metà novembre l'esecutivo Ue aveva inviato al governo italiano un parere motivato contro l'Italia per "violazione della Direttiva servizi (Bolkestein) e del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea" sulle concessioni balneari, in pratica la seconda fase della procedura d'infrazione prima del deferimento alla Corte di Giustizia dell'Unione europea.

Bruxelles aveva concesso allo Stato italiano un termine di due mesi entro il quale presentare le proprie osservazioni. Ma ormai è rimasto pochissimo tempo a disposizione per lavorare sul dossier, e Meloni dovrà decidere se andare allo scontro con Bruxelles, come sembra chiedere Salvini, strenuo difensore dei balneari, o se avanzare sulla strada del dialogo, trovando un "compromesso" come vorrebbe Tajani, tutelando comunque le aziende.

Domani, secondo quanto si apprende, è prevista una riunione dei tecnici del governo per preparare la lettera da inviare a Bruxelles. Parteciperanno i tecnici dei vari dicasteri interessati, come il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, del Turismo e degli Affari europei. All'incontro dovrebbero partecipare inoltre anche rappresentanti della maggioranza.

Oggi durante il question time per conto del governo ha risposto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: "È intenzione del Governo rispondere ai rilievi formulati dalla Commissione europea nel parere motivato del 16 novembre 2023, proseguendo l'interlocuzione con le Autorità europee con riguardo a tutti gli aspetti rilevanti ai fini dell'applicazione della disciplina contenuta nella cosiddetta direttiva Bolkestein, ivi compreso quello afferente alla scarsità della risorsa".

"Del resto, la stessa Commissione ha indicato nel dialogo e nella cooperazione – ha proseguito Ciriani, rispondendo a un'interrogazione del gruppo Azione rivolta alla ministra del Turismo Daniela Santanchè – la via preferibile per pervenire all'elaborazione di una regolamentazione condivisa, che, nell'intenzione del Governo, deve promuovere e valorizzare il settore economico del turismo balneare e, al contempo, deve consentire di definire una cornice normativa che, in linea con le indicazioni del diritto dell'Unione europea, fornisca quella certezza giuridica indispensabile per l'effettuazione di nuovi investimenti e, più in generale, per lo sviluppo del settore". Si punta ad "una soluzione normativa compatibile con le peculiarità della realtà italiana e, al tempo stesso, con il diritto dell'Unione europea".

Secondo il documento redatto dal governo, frutto del tavolo di lavoro per la mappatura delle spiagge avviato la scorsa estate, le aree sotto concessione corrisponderebbero al 33% degli spazi disponibili a mare del Paese. In questo modo il governo ha tentato di dimostrare che non c'è scarsità di risorse, e quindi gli attuali stabilimenti balneari, non devono per forza essere messi al bando. La direttiva Bolkestein prevede infatti che i bandi vadano fatti qualora "il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali". D'altra parte il governo vorrebbe aumentare il numero di spiagge in concessione, aggiungendo nuovi tratti di costa attualmente liberi, in Sardegna, Puglia, Calabria, Sicilia. L'ipotesi su cui si lavora è quella quindi di aumentare il numero di spiagge in concessione e di rimettere in gara anche quelle attualmente in gestione, assicurando però una corsia preferenziale e forme di compensazione agli attuali titolari.

Inoltre, ha aggiunto Ciriani, "il Governo terrà conto delle indicazioni fornite dal Presidente della Repubblica, anche in merito alla questione delle concessioni per il commercio ambulante, nella lettera inviata in occasione della promulgazione della legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022". Il riferimento è ai rilievi formulati dal Quirinale nei giorni scorsi sul passaggio del ddl Concorrenza dedicato alla proroga delle concessioni per il commercio ambulante, con annesso rimando anche alla questione dei balneari.

Il Presidente Mattarella ha contestato la nuova proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo di 12 anni, perché "incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato". Il Quirinale osserva inoltre che "i criteri generali per il rilascio di nuove concessioni sono restrittivi della concorrenza in entrata e favoriscono, in contrasto con le regole europee (direttiva Bolkestein ndr), i concessionari uscenti".

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