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“Con test Covid obbligatorio agli arrivi Roma viola regole?”: FdI presenta interrogazione a Ue

Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione alla Commissione Ue sulle nuove restrizioni anti Covid previste per gli ingressi in Italia: “Chiediamo di verificare se e quali violazioni del regolamento europeo ci siano state da parte del governo italiano”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Fratelli d'Italia ha presentato un'interrogazione parlamentare per verificare eventuali violazioni commesse dal governo italiano, a proposito delle nuove misure anti Covid emanate ieri. L'esecutivo, oltre alla proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2021, ha disposto alcune nuove regole per i viaggi: il tampone obbligatorio per chi arriva dall'estero, con cinque giorni di quarantena per i non vaccinati. Le norme di sicurezza, in vigore da domani, hanno lasciato però perplessa l'Unione europea, che ha espresso dubbi sul pacchetto di misure, stabilito in modo unilaterale dall'Italia.

Secondo un alto funzionario dell'Unione europea la decisione del governo italiano sulle restrizioni sui viaggi anche all'interno dell'Ue avrà un impatto sul dibattito al summit dei leader Ue previsto per domani. La fonte ha riferito all'Ansa che l'Europa ha bisogno di migliorare ulteriormente il coordinamento delle misure di fronte alla nuova emergenza Covid.

"Il governo italiano, dopo aver escluso i test dai certificati validi per lo svolgimento di molte attività quotidiane, ha disposto che da domani 16 dicembre per l'ingresso in Italia da Paesi Ue è necessario l'obbligo di test anche per i possessori di certificato vaccinale, con l'aggiunta di quarantena per coloro che presentano un test negativo ma non sono vaccinati. Come si evince dalle dichiarazioni del vicepresidente della Commissione Jurova, ciò è avvenuto senza alcuna comunicazione preventiva, in netto contrasto con lo spirito istitutivo del Certificato Covid digitale e dunque probabilmente contravvenendo al regolamento europeo. Chiediamo quindi alla Commissione di verificare se e quali violazioni del regolamento europeo ci siano state da parte del governo italiano nell'introduzione delle restrizioni sanitarie". È il contenuto di un'interrogazione alla Commissione europea presentata dall'eurodeputato di Fratelli d'Italia Vincenzo Sofo e dalla delegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Parlamento europeo.

"La scelta del governo italiano, per la quale la stessa Commissione ha manifestato stupore per i tempi e modi, metterà in difficoltà l'economia italiana e in particolare il settore del turismo alla vigilia delle festività, a beneficio degli altri stati europei. Inoltre questa disposizione ostacolerà il rientro dei tanti connazionali che studiano o lavorano all'estero", continua Sofo.

"Ricordiamo che il 14 giugno 2021 il Parlamento europeo ha introdotto il certificato Covid digitale finalizzato ad agevolare la libera circolazione durante la pandemia, nonché la revoca graduale delle restrizioni poste in essere dagli Stati membri. Con tale certificato, ottenibile attraverso tre strumenti alternativi, il regolamento prevede che gli Stati membri si astengano dall'imporre ulteriori restrizioni alla libera circolazione quali ulteriori test o quarantene in relazione ai viaggi, salvo situazioni di necessita' da dimostrare e comunicare preventivamente", conclude l'eurodeputato.

La posizione della Commissione Ue

La Commissione Europea sottolinea che l'Italia non ha notificato preventivamente, come avrebbe dovuto, l'introduzione dell'obbligo di test per i viaggiatori provenienti dagli altri Paesi UE, anche se vaccinati. Ma l'atteggiamento di Bruxelles nei confronti di Roma è comunque comprensivo: "Non diciamo che sia legittimo imporre test – spiega un alto funzionario UE, in vista del Consiglio Europeo di domani – diciamo che è legittimo che i Paesi membri proteggano le rispettive popolazioni" dall'aumento dei contagi.

Anche se la misura annunciata ieri sera è arrivata un po' a sorpresa, l'Italia non è il primo Stato membro a decidere di imporre l'obbligo di test, oltre alla vaccinazione attestata dal Green Pass: l'Irlanda, ad esempio, ha introdotto l'obbligo di test per tutti, anche per i vaccinati, a partire dallo scorso 5 dicembre. Pure il Portogallo tre settimane fa ha deciso di imporre un test anche ai vaccinati per i viaggiatori che arrivano in aereo, a partire dal primo dicembre.

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